Michael Lelli – Appassionato dell’universo informatico fin da piccolo e specializzato in area SEO da 10 anni.
L’audit SEO tecnico è uno dei metodi per conoscere lo stato di salute del tuo website. Scopriamo come condurlo e perché è importante per un website.
Nel mondo digitale ha sempre una maggior rilevanza conoscere lo stato di salute di un website . Per valutare lo stato di salute di un website, dunque se quest’ultimo può essere correttamente visitato da crawler e dagli utenti, dobbiamo andare a valutare diverse informazioni.
Dobbiamo verificare che non siano presenti errori , che il sito risponda correttamente ai parametri che i motori di ricerca impongono, che il dominio non abbia penalizzazioni e tutta una serie di fattori che potrebbero compromettere i risultati finali dei tuoi sforzi.
Un audit SEO permette di scansionare, revisionare, valutare e infine creare una roadmap di lavorazione che ti permetteranno di migliorare le prestazioni del progetto web.
In questo articolo parleremo di:
Qual’è la reale importanza della SEO per gli eCommerce, e come applicarne le regole per aumentare la visibilità della tua piattaforma?
Perché fare un Audit SEO?
Un audit SEO è una valutazione che ti serve a valutare, con obiettività, un progetto web in base a dei parametri più o meno profondi che vengono definiti a monte. Un audit corretto deve essere generato almeno ogni 4 mesi e varia in base al momento in cui viene fatto.
Esistono infatti due tipologie di audit SEO nel corso della vita di un progetto web. Entrambi hanno l’obiettivo finale di stabilire se sono stati rispettati i criteri richiesti dai motori di ricerca ma, oltre a questo, uno degli obiettivi più importanti è quello di stabilire se sono stati soddisfatti gli obiettivi precedentemente fissati.
In entrambi i casi, il fattore principale per cui si può creare un analisi SEO è quella di monitorare la presenza di errori e problematiche che potrebbero inficiare il risultato finale, rischiando così di vedere i propri sforzi svanire nel nulla cosmico della SERP.
Le tipologie di audit SEO
Come ti abbiamo appena accennato, esistono due tipologie di audit SEO. Ma quali sono? La prima è l’audit SEO iniziale , l’altro è l’audit SEO per obiettivi.
Nel primo caso, abbiamo a che fare con un sito nuovo. Ciò non vuol dire che è un sito appena installato, ma molto spesso è un sito di cui non abbiamo informazioni e che dobbiamo analizzare dunque per la prima volta.
Grazie a questa analisi, avremo così un controllo sugli errori attualmente presenti all’interno del website e potremo stilare una roadmap per migliorare i contenuti e risolvere le problematiche.
Nel secondo caso invece, l’audit SEO serve per controllare che gli obiettivi che abbiamo definito la prima volta siano stati rispettati. Se tutto è andato per il meglio, possiamo generare da questa analisi dei nuovi obiettivi per il periodo successivo.
Il mio consiglio è quello di fare un’analisi almeno ogni 4 mesi, così da tenere monitorato costantemente il tuo progetto web. Ma sappiamo che adesso hai una domanda: come si conduce un audit SEO tecnico?
Come condurre un audit SEO tecnico
Prima di tutto bisogna pensare che, per fare un audit SEO tecnico, c’è da prendere in considerazione molti dati. Dobbiamo valutare i parametri On Page, quelli Off Page, le Keyword, i posizionamenti e i competitor.
La prima cosa da fare, soprattutto se è la tua prima analisi su un website, è quello di utilizzare diversi strumenti che possono aiutarti nella ricerca degli errori.
Tre di questi strumenti, fondamentali per una corretta analisi, vengono forniti in maniera totalmente gratuita: Google Analytics, Google Search Console, Bing Webmaster Tools.
Se i primi due sono molto comuni e conosciuti, il terzo potrebbe non essere sempre presente. Il motivo è che si tende ad ignorare Bing considerandolo un servizio di qualità minore. Tuttavia, nel corso del 2021 il motore di casa Microsoft ha iniziato una risalita , dovuta anche all’integrazione nativa con Windows 10 e 11, che lo sta facendo alzare notevolmente. E, con l’arrivo di ChatGPT, questo dato potrebbe salire ancora.
Fonte: www.statista.com
Inoltre, il servizi o di Microsoft offre anche una heat map chiamata Clarity che potrebbe aiutarti, e non poco, in futuri audit SEO. Questo unisce i dati del motore di ricerca al come gli utenti navigano il sito, mostrandovi anche un filmato su come quest’ultimo viene navigato.
Quali strumenti usare per un’analisi SEO corretta?
Oltre ai tre sopracitati, che ci permettono di avere dei dati in tempo reale legati effettivamente al website e al dominio, esistono molti altri strumenti utili a realizzare un audit SEO corretto.
Alcuni dei più famosi e utilizzati sono: Screaming Frog, SemRush, Google Trends, Pingdom, Google Pagespeed.
Andiamo ad analizzarli e a capire come ci possono aiutare
Screaming Frog
Questo tool si presenta con una grafica molto retrò, ma fa un lavoro molto utile. Il suo lavoro principale è quello di simulare il comportamente del crawler di Google (il famoso GoogleBot) e analizza la struttura della pagina, riportandoti la lista delle URL ed eventuali errori.
Grazie alla sua analisi potrai trovare errori 404, errori 503 e segnare cosa manca all’interno delle singole pagine del dominio. Puoi dunque avere un primo dato su quali errori possono essere presenti all’interno del tuo website.
Il tool e le sue guide sono tutte disponibili sul sito ufficiale . È presente anche una versione free per i siti di piccole dimensioni.
Google Trends
Google trends è un ottimo alleato per gli audit SEO . Il servizio si appoggia al database proprietario di Mountain View per darti risultati quasi in tempo reale sulle varie tendenze nei paesi, fino ad arrivare a livello regionale.
Questo ci è molto di aiuto soprattutto per valutare una possibile strategia legata ai contenuti. Permette inoltre di capire se la keyword per quale siamo posizionati è ricercata ovunque o se è solo un termine locale.
Google Pagespeed
Lo strumento gratuito più utilizzato da chi fa audit SEO è Google Pagespeed . Il motivo è ben chiaro: segue solo le regole di Google nel dare una valutazione del tuo website.
Questo strumento misura il tempo di caricamento delle pagine, le risorse che portano errori, valuta le Best Practices della SEO e aiuta a capire quali errori sono presenti sia lato mobile che lato desktop.
Il punteggio ha una scala da 0 a 100 ed è suddiviso in: 90 o superiore per un sito veloce, 50-90 per un sito moderato, sotto al 50 sito lento.
Attenzione ad un fattore però: anche se un sito è considerato lento da Google, questo potrebbe avere un’alta autorità di dominio ed essere posizionato correttamente. Ma è anche possibile che non riesca a posizionarsi correttamente per nuove pagine o nuovi articoli.
Pingdom
Per molti, Pingdom è solo un’alternativa a Google Pagespeed. Nella realtà dei fatti è uno dei tool più utili per creare un audit SEO completo e si integra a quanto già rilevato con lo strumento di Google.
Pingdom crea una mappa più approfondita rispetto allo strumento che abbiamo da poco citato, andando anche ad analizzare degli aspetti più tecnici e creando un Waterfall più preciso sul caricamento delle risorse.
Permette inoltre il test anche da altre parti del mondo e dunque, su un sito multilingua o che deve puntare al mercato estero, si rivela fondamentale nel creare un audit SEO su vari livelli di profondità.
È disponibile in due versioni, gratuita e a pagamento, sul website ufficiale .
SemRush
Anche chi non ha mai fatto un audit SEO nella sua vita conosce SemRush. Questo strumento è una suite altamente personalizzabile che permette di scoprire diversi lati che spesso rimangono oscuri.
All’interno della suite è possibile fare un’analisi di concorrenza, fare una ricerca keyword, analizzare il posizionamento medio, verificare la domain authority, verificare i backlink e molte altre funzioni utili.
Questa pietra miliare per gli audit SEO ha una versione di prova molto limitata ma che ti permetterà di avere una panoramica molto veloce sullo stato di salute del tuo progetto web.
A questo link sono disponibili i piani e i prezzi che partono da 99,95€ al mese.
Se sei ancora indeciso su quale sia il miglior partner per fare un audit SEO e mantenere aggiornato il tuo sito, abbiamo pubblicato una guida dedicata proprio ad aiutarti in questo percorso.
Come iniziare l’audit SEO?
Ora che abbiamo tutti gli strumenti a disposizione, possiamo passare alla vera fase di sviluppo dell’audit SEO.
Si parte sempre dalla verifica dell’indicizzazione del sito , dunque a controllare se è stato correttamente inviato ai vari motori di ricerca.
Entriamo quindi sulla Google Search Console e sulla Bing Webmaster Tools, andando a verificare i tre punti principali:
Il file robots.txt : questo file, fondamentale per dare le istruzioni ai vari crawler su quali pagine indicizzare e quali no, deve essere inviato e testato sulle console
La sitemap.xml o la sitemap_index.xml : deve essere inviata e viene sfruttata dai motori di ricerca per leggere il sito in modo più rapido
URL Canonici : da verificare che l’URL inviato faccia riferimento alle pagine corrette e non ad eventuali pagine duplicate
Fatti questi tre controlli, dobbiamo verificare i vari codici di errore (o status code).
Proseguiamo quindi l’audit SEO aggiungendo Screaming Frog e lanciando l’analisi del dominio. Dovremmo controllare se i dati corrispondono tra questo strumento e i due precedenti. Ma quali status code vanno cercati?
Errore 404 : la pagina non è stata trovata. L’errore va corretto immediatamente con un redirect perché porta l’utente su una pagina vuota, interrompendo la navigazione
Errore 5xx : sono di vari tipi (501/503/502 etc.) ma dipendono sempre dal server. Qualcosa è in conflitto o ci sono errori con vari redirect. Devi trovare la soluzione con il tuo hosting o con un tecnico
Errore 301 : non è un vero e proprio errore, segnala che la pagina è stata spostata. Va però verificato che il redirect sia compiuto correttamente e che non punti ad una pagina in 404
L’importanza di avere un consulente marketing esterno
Verificare il posizionamento del website nella SERP
Usando la Google Search Console, possiamo verificare immediatamente il sito e il suo posizionamento secondo i dati certificati da Google stesso. Medesima situazione è presente su Microsoft Webmaster Tools.
Tuttavia bisogna prestare attenzione a questi dati: come riportato nella guida per la search console , spesso i dati non saranno allineati a quelli su Google Analytics.
Quindi il parametro migliore che possiamo prendere tramite questo strumento è quello di monitorare quali pagine sono indicizzate, in che posizione, per quale keyword e per quale nazione.
Prendiamo un campione delle query e mettiamole su Google Trends. Analizzando queste parole, noteremo immediatamente se quel posizionamento è frutto di un trend o di una ricerca momentanea. Facendo così, possiamo analizzare nel nostro audit SEO se è una nicchia di mercato utile per il nostro website o se è un obiettivo da rimuovere.
Chiusi questi controlli e annotati, si passa ad una delle fasi più critiche di un audit SEO: l’analisi del codice HTML, l’analisi dei contenuti e l’architettura delle informazioni.
Seo e content marketing b2b
Daniel Casarin – Christian Nerino
Controllare l’esistenza di versioni duplicate del tuo website
Un altro punto fondamentale è quello di verificare eventuali versioni duplicate del tuo sito web. Devi essere certo che Google stia indicizzando una sola versione del tuo sito web.
Il tuo sito può essere su numero URL, come ad esempio:
http://www.iltuosito.com
http://iltuosito.com
https://www.iltuosito.com
https://iltuosito.com
Durante un audit SEO devo quindi controllare che il Crawler indicizzi correttamente il tuo website sulla URL corretta.
Se il tuo sito web funziona con più di una di queste URL, potrai ritrovarti a dover lottare con molti problemi di crawling, indicizzazione e posizionamento. Soprattutto perché Google li considera come duplicati.
Inoltre, la presenza di più versioni del sito può abbassare il PageRank , il che può avere un impatto negativo sul posizionamento.
È possibile verificarlo in modo molto semplice: inserite tutte le versioni del vostro sito in un browser web.
Si dovrebbe essere automaticamente reindirizzati alla versione preferita. Ad esempio, se la versione dell’URL preferita è https://iltuosito.com, si dovrebbe essere reindirizzati ad essa se si inserisce un’altra versione nel browser.
Se così non fosse, devi assolutamente risolvere usando dei redirect 301 alla tua URL preferita. Puoi leggere anche la nostra guida su come fare dei redirect SEO correttamente .
Analizzare il codice HTML per un audit SEO
Analizzare il codice HTML vuol dire anche capire come viene analizzato dai vari crawler dei motori di ricerca. In questa fase possiamo continuare ad usare Screaming Frog a cui si affianca Pingdom.
Si differenzia in tante piccole fasi che risulteranno fondamentali alla fine dell’audit SEO, soprattutto in prospettiva futura.
In prima battuta, verifica che i link interni siano in DoFollow e non in NoFollow : il motivo è semplice. Il NoFollow indica ai motori di ricerca di non seguire i link interni. Facendo così, non si permette al crawler di proseguire la sua indicizzazione.
Dopodiché, controlla l’utilizzo dei meta-tag. I meta tag sono la parte principale con cui il crawler identifica il website. Tra questi esistono i Meta-Title, la Meta-Description, il meta charset e il meta-robots. Tutti sono utili per far comparire il website nelle ricerche, ma solo due fanno parte del link che comparirà nella SERP di Google.
Il meta-title è come comparirà il titolo durante le ricerche, il secondo è la descrizione. Un titolo e una descrizione scritte correttamente, potrebbero invogliare il clic, portando più utenti sul tuo website e aumentando il CTR.
Dopo questo punto, continuiamo l’audit SEO aprendo Pingdom e andando a controllare se i meta-header sono attivi, se è attiva la compressione Gzip e se è presente un peso eccessivo da parte del codice JS o dei CSS.
Verifichiamo anche il peso delle immagini e se sono presenti eventuali errori di codice da dover correggere.
Va sempre ricordato che la velocità di caricamento di un sito , ad oggi, è uno dei fattori fondamentali del ranking . Un sito troppo lento non verrà scansionato correttamente da Google e verrà dunque penalizzato, come ti abbiamo accennato qua sopra.
Questo era anche un trend già presente nel 2022, puoi trovare maggiori informazioni in questo nostro articolo .
Analizzare i dati strutturati
Questo è un punto molto complesso e su cui potrai perdere diverso tempo durante il tuo audit SEO. I dati strutturati sono righe di codice che permettono al crawler di capire meglio il contenuto e di cosa si parla.
Per analizzarli, basta andare sulla Google Search Console e inserire l’url o il codice da analizzare per avere i risultati in tempo reale. In termini di posizionamento, sono al momento uno dei fattori principali per il quale i motori di ricerca tendono a premiare o penalizzare un contenuto web.
Esistono 32 tipi di Schema Markup e ognuno di essi è poi declinato in altre variabili. Ti consiglio di andare sul sito di Google o su Schema.org per trovare la lista completa.
L’audit SEO di Semrush
E infine arriviamo all’utilizzo di Semrush. Abbiamo utilizzato tutti i tool precedenti ed è arrivato il momento di fare un check tecnico del tuo progetto web.
Molti dati dell’audit SEO di Semrush sono avanzati e non per chi si avvicina al mondo della SEO per la prima volta. Tuttavia, anche grazie agli innumerevoli articoli del blog e alle guide presenti nella dashboard, possiamo capire al meglio le problematiche e i punti forti del website o del progetto web in questione.
Partiamo dalla sezione Site Audit che ci da una panoramica completa dello stato di salute del website. Ci presenta gli errori, i link interrotti, i backlink presenti e tutta una serie di Keyword per cui il sito è posizionato.
È presente anche una tabella dei competitor generata in base alle varie keyword presenti nel nostro website. Abbiamo così un rapporto legato al Gap Keyword, ovvero in che posizione siamo rispetto a quei competitor e per quale articolo o pagina.
Se hai fatto tutta l’analisi, ti ritroverai con diversi obiettivi di ottimizzazione da portare a termine prima del prossimo Audit SEO. Questi obiettivi andranno a comporre la tua Roadmap per i mesi successivi.
Cosa aggiungere all’audit SEO?
Ora che abbiamo fatto un audit SEO tecnico in tutto il nostro website, siamo pronti a fare una verifica sull’architettura delle informazioni. Quando si parla di architettura si parla di molti fattori tra cui: voci di menu, responsive, colori, contrasti, titoli, link e molti altri fattori.
Partiamo sempre da una base per tutto, ovvero l’architettura stessa. Un’architettura ragionevole suddivide un website in categorie e sottocategorie, organizzando i percorsi in modo tale che gli utenti possano raggiungere le informazioni desiderate in modo intuitivo e in pochi clic.
Questo è un processo che si fa in più fasi e l’aggiunta del sopracitato Microsoft Clarity , aiuta in questo processo. Possiamo infatti capire se gli utenti “si perdono” nel nostro website o se escono da una pagina perché non trovano l’informazione per cui sono entrati.
Contemporaneamente, dobbiamo valutare il nostro website lato responsive e quanto sia “mobile-friendly”. Già dalle analisi precedenti, dovrebbe essere emerso un qualche errore per cui dobbiamo ottimizzare maggiormente il contenuto.
I contrasti sono fondamentali al giorno d’oggi : un sito in modalità scura e con un font grigio non sarà ben visto dal crawler. Un sito scuro con testo bianco potrebbe avere un contrasto troppo elevato, dovendo così ritoccare tutta la parte UX.
I titoli devono eseguire l’ordine H1, H2, H3 e a scendere fino all’H6. Non sono tutti obbligatori, ma mantenendo l’ordine in cui è presente un solo H1, alcuni H2 e sotto ad essi diversi H3 , avrai una struttura corretta.
Qualsiasi errore deve essere riportato all’interno dell’Audit SEO e deve essere un punto di partenza per stabilire gli altri obiettivi per i successivi mesi.
Controlla sempre i tuoi competitor
Uno degli obiettivi principali di un Audit SEO è quello di darsi un obiettivo di navigazione. Ma non deve essere l’unica prerogativa su cui concentrare i vari sforzi.
Declinando l’audit, si deve assolutamente tenere conto dei competitor e di come questi stanno evolvendo il proprio website, sia come struttura che come keyword.
Per un Audit SEO completo dovrai verificare, su tool come Semrush, se i competitor che vengono riportati sono effettivamente quelli che ti aspetti. E già qua potrai notare come il tuo sito è indicizzato: è in target con i tuoi obiettivi o stai andando verso un altro settore? Il tool di comparazione di Semrush permette di verificare i siti dei competitor tramite due strade:
In modo automatico : Semrush trova dei domini con keyword simili a quelle del tuo sito e crea un gap keyword sul posizionamento medio
In modo manuale : Dovrai inserire te i domini dei competitor che ritieni corretti e poi andrai a controllare il gap keyword effettivo
Per il secondo metodo, ti basterà accedere su “Compara Domini” e inserire i vari domini dei competitor, dopodiché cliccherai su compara e avrai un analisi immediata sulle differenze.
Fonte: it.semrush.com
Ora che hai una lista di keyword su cui lavorare, è tempo di analizzare l’architettura web dei website. Dovrai verificare come è creato il menu, se rispetta le regole della SEO o se non è ottimizzato, e come è strutturato il content delle pagine web del competitor.
Come analizzare un content di un competitor website?
Per inserire in un Audit SEO un sito concorrente, oltre alle keyword, dovrai analizzare anche l’architettura web e la struttura dei contenuti presenti.
Partiamo ponendoci delle domande dalle keyword trovate:
È presente un blog? E se la risposta è si, per quali keyword compare?
Ogni quanto viene aggiornato? Il blog deve essere aggiornato costantemente per avere i migliori risultati
Le pagine hanno una corretta title hierarchy? Gli H1, H2 e H3 sono inseriti correttamente e rispettano un ordine?
Quante volte viene ripetuta la keyword? Se viene ripetuta troppe volte e la pagina non risulta all’interno della keyword research, potrebbe essere penalizzata
Le immagini contengono ALT-Title? Senza l’ALT-Title, l’immagine non sarà correttamente indicizzata
Quanti link interni ci sono? Un sito deve puntare verso altre pagine all’interno di esso. Se non sono presenti link interni, la pagina non viene considerata utile ai fini di navigazione e, potenzialmente, è scartata dal crawler
Dopo questa analisi, che dovrai riportare anche nel tuo Audit SEO, dovrai andare a valutare il menu e la sua architettura. A questo punto, dovrai analizzare ancora più a fondo l’architettura delle pagine web su cui vuoi recuperare il gap.
Chiusura dell’audit SEO e creazione della Roadmap SEO
Hai analizzato le problematiche del website, hai analizzato i tuoi competitor e hai annotato i vari errori presenti. Con l’ultima parte hai anche verificato che i competitor per cui sei catalogato siano corretti o meno, valutando anche le keyword e i gap in cui puoi migliorare.
A questo punto devi racchiudere il tutto in un’unica presentazione e fissare degli obiettivi che dovrai raggiungere.
Devi creare una Roadmap SEO in questo istante: grazie all’audit SEO e a tutti i dati raccolti, devi creare una sequenza di obiettivi da raggiungere nei mesi successivi.
Ricorda, prima devi ottimizzare il tuo sito web per gli standard di Google. Una volta che il tuo sito è correttamente ottimizzato, si passerà alla fase di analisi del gap sulle keyword che trovi rilevanti.
Dopo queste due fasi, valuta la creazione di nuovi contenuti e l’ottimizzazione dei precedenti.
Per aiutarti, abbiamo creato una guida di Growth Marketing che ti permette di trovare altre informazioni sulla tua crescita futura.