Andrea Ruboni – è un esperto di advertising e analisi dati con una vasta esperienza nel settore del B2B, e-commerce e turismo.
Dietro un marketer allarmato ci sono quasi sempre delle difficoltà da risolvere al più presto. Una delle maggiori preoccupazioni del marketing contemporaneo riguarda infatti la risoluzione delle problematiche intorno al prodotto o al servizio. Nell’epoca della trasformazione digitale, consapevolezza ed aspettative del cliente sono sempre più alte. Clienti più informati e consapevoli conducono alla necessità di ottimizzare costantemente l’offerta. A questo si aggiunge una concorrenza agguerritissima, per fette di mercato che si restringono. La travolgente evoluzione che dà forma al nostro tempo porta con sé grandi vantaggi, ma anche una serie di insidiosi punti interrogativi.
La promozione del brand e l’advertising sono al centro di questa evoluzione e dei dubbi da risolvere.
Come affrontare i pain points intorno alla tua strategia di advertising?
Punti chiave dell’articolo:
Analisi dei pain points. Cosa sono? Come si riconoscono? Perché sembrano moltiplicarsi quotidianamente? Come ci si può proteggere? Come sfruttarli a proprio vantaggio? Ecco le domande che preoccupano i marketer di tutto il mondo
I maggiori pain points oggi. Le principali tipologie di pain points: caratteristiche e soluzioni. Una breve guida per riconoscerli e affrontarli al meglio
Come affrontare i pain points? Advertising e pain points: fare leva sui punti critici per raggiungere il successo è la chiave per una strategia di advertising efficace
Nel mondo del marketing e dell’advertising il percorso non sempre è lineare, semplice da intraprendere, chiaro. Le insidie sono molte, soprattutto se non si ha una conoscenza approfondita degli strumenti, delle strategie e delle più comuni problematiche che si incontrano.
Si possono attuare eccellenti strategie di marketing e avere tassi di conversione stupefacenti, ma se il prodotto o il servizio presenta delle falle prima o poi il castello crolla . Pensa all’incredibile potere del passaparola e dei feedback al giorno d’oggi. Qualche brutta recensione può minare un lavoro progettuale di mesi.
Le dinamiche rimangono le stesse ma ora si sviluppano attraverso i nuovi strumenti della trasformazione digitale.
Il digitale, come tutte le novità, rappresenta un’opportunità incredibile ma anche una sfida .
Negli ultimi dieci anni l’advertising ha fatto i conti con un continuo e repentino cambio di approcci e tecnologie. Il customer journey dell’utente è sempre più fluido . Social media, email, blog, chatbot sono tutti canali oggi fondamentali per la comunicazione aziendale; tutti touchpoint da poter essere attivati in modo strategico per stimolare le conversioni.
Ma se il prodotto non mantiene le promesse a cosa serve tutto questo? Ricorda che un problema del cliente è un problema anche tuo. Il primo passo da compiere, in questa prospettiva, riguarda la conoscenza e la gestione dei principali pain points .
In questo contenuto parleremo di:
La guida definitiva per il paid advertising nel 2021
Con così tanti utenti giornalieri online, c’è una scorta infinita di persone da indirizzare e trasformare in clienti.
Fisionomia dei pain points: cosa sono e dove cercarli
I pain points indicano principalmente dei problemi che il cliente incontra nell’uso di un determinato prodotto o servizio.
In questa prospettiva si potrebbero definire tappe critiche nel percorso del cliente verso la conversione.
Com’è facile immaginare, un problema per il cliente è anche un problema per l’azienda.
A rendere la questione più spinosa è il fatto che i clienti non sempre si soffermano sulle difficoltà incontrate durante il percorso. Semplicemente lo abbandonano e si rivolgono ad altre aziende. Questo è un punto da prendere in considerazione: quel che è importante per te, non sempre lo è per loro.
Per essere più chiari: se un cliente abbandona il sentiero tracciato verso l’acquisto per te è un bel problema. Ma per lui? Pochi minuti dopo starà navigando sul sito di un competitor meglio attrezzato. Le possibilità sono oggi molto numerose per i clienti e la scelta è un’opportunità alla quale nessuno vuole rinunciare.
È per questo motivo che il primo compito dell’azienda è aiutare il potenziale cliente a riconoscere il problema.
Che si tratti di una difficoltà relativa all’utilizzo effettivo del tuo prodotto o di qualche ostacolo incontrato durante il customer journey, il cliente dev’essere aiutato a superarla.
In questo modo potrà riprendere serenamente il percorso verso l’acquisto.
La prima domanda oggi da porsi è: cosa cerca un cliente?
Ogni persona e quindi ogni potenziale cliente cerca la migliore soluzione ai propri problemi in tempi rapidi.
Che si tratti di una difficoltà relativa all’utilizzo effettivo del tuo prodotto o di qualche ostacolo incontrato durante il customer journey, il cliente dev’essere aiutato a superarla.
Principali tipologie di pain points a confronto
I pain points rappresentano un problema da risolvere. Non è però banale ricordare che un problema è spesso un’opportunità.
I pain points si dividono in diverse categorie, ognuna con un grado di complessità differente.
Le principali sono:
Pain points finanziari. Il cliente si lamenta di spendere troppo col suo attuale fornitore di prodotti e servizi e vorrebbe spendere meno. Ricorda però che portare i prezzi al minimo del settore non è la mossa migliore. Competere sul prezzo porta ad un progressivo impoverimento dell’offerta al cliente, oltre cha ad un’erosione dei guadagni. Lavorare sulla riduzione del prezzo al cliente porta quindi ad una progressiva diminuzione della soddisfazione sia del cliente che dell’azienda
Pain points relativi alla produttività. Il cliente deve investire troppo tempo con i prodotti che usa, perdendo in produttività. Devi mostrargli che il tuo prodotto risolverà questa problematica. Il tempo è un elemento cruciale oggi ed è necessario offrire soluzioni sempre più veloci ed efficienti al cliente
Pain points legati ai processi. Il cliente del settore B2B desidera aggiornare i processi interni alla propria azienda, ottimizzando ad esempio l’assegnazione di lead ai venditori o la promozione di lead con priorità inferiore. Scoprire i punti deboli di questi processi ti consentirà di offrire al cliente il servizio più adatto alle sue esigenze
Pain points legati al supporto clienti. Il cliente non sente di ricevere il giusto supporto durante il processo di vendita. Risolvere questo tipo di pain points consente al customer service di rispondere alle domande non ancora poste dal cliente e di dare riscontro alle sue preoccupazioni prima che diventino un problema serio
Ragionare per categorie di problemi ti aiuta a posizionare la tua azienda e a capire su quali pain points lavorare. Ti dà inoltre la possibilità di comprendere meglio i problemi dei tuoi clienti, fornendo loro soluzioni tempestive ed efficaci.
Come puoi soddisfare pienamente i tuoi clienti? Semplice, comprendendo davvero i loro bisogni e difficoltà.
Se un cliente incontra pain points di tipo finanziario, potrai ad esempio far ruotare la tua comunicazione marketing attorno al concetto di risparmio . Come? Esaltando quelle caratteristiche del tuo prodotto capaci di ridurre notevolmente la sua spesa.
Un abbonamento a costo ridotto o un deciso e dimostrato aumento del ROI (return on investment)? Ecco qualcosa che potrebbe stuzzicare il tuo cliente e aiutarti a superare un pain point di tipo finanziario.
Non farti però trarre in inganno. La classificazione dei problemi può essere un ottimo punto di partenza ma non è la soluzione definitiva. Identificare i pain points di un cliente resta un compito delicato e per nulla semplice. Avrai bisogno di schematizzazioni ma anche di eccellente intuito.
I problemi possono avere a che fare con una o più delle tipologie sopra esposte. Desideri che la tua azienda raggiunga il successo? Studia i problemi da diverse prospettive.
Advertising e pain points: trasparenza è la parola d’ordine
Il marketer Tom Fishburne sostiene che il marketing migliore è quello che non sembra marketing.
Niente di più vero. Se un tempo almeno parte del marketing puntava sulla mistificazione del reale pur di spingere nuovi clienti all’acquisto, oggi non è più così. Qualunque marketer con un po’ di esperienza sa che questo modo di procedere non funziona più.
Clienti sempre più informati e consapevoli lo impongono: la trasparenza è oggi una dote, non un difetto.
Cosa significa questo? Significa che è inutile nascondere le falle dei propri prodotti ai clienti. Il passaparola è oggi una delle armi più efficaci del marketing.
Negare i pain points dei propri prodotti è un errore molto pericoloso. Dare l’idea di volerli nascondere fa sentire i clienti ingannati e soli. Se i problemi non vengono neanche riconosciuti come si può sperare che vengano risolti?
La parola d’ordine è una sola: trasparenza.
Questo non vuol dire che tu non possa sfruttare i punti deboli della concorrenza per rinforzare la tua strategia di marketing.
Quali sono i principali pain points che i clienti incontrano nel tuo settore? Ecco la domanda che devi porti.
Racconta ai clienti la tua storia. Racconta i vantaggi che avranno dal seguirti. Racconta quali sono i problemi che risolverai loro.
Raccontare significa coinvolgere e umanizzare una comunicazione di brand, significa avvicinare il cliente in modo più diretto ed autentico.
Pain points e storytelling: un binomio fortunato
Oggi è necessario raccontare. Il cliente ha bisogno di conoscere l’azienda e le persone che offrono i prodotti che vuole acquistare. Non vuole semplicemente ascoltare il tuo punto di vista, vuole sentirtelo raccontare.
Comincia raccontando ai clienti cosa non farai, quali problematiche non incontreranno, quale impegno ti stai assumendo nei loro confronti.
Prendi spunto dai problemi che i tuoi potenziali clienti incontrano con le aziende del tuo settore. Crea personaggi con cui possano identificarsi, coi loro stessi problemi, le loro stesse necessità.
Cosa odiano i tuoi clienti? Come puoi aiutarli?
Partiamo da due esempi significativi:
Amazon. Il colosso di Seattle ha identificato un pain point decisivo: la difficoltà di aprire certe confezioni di prodotti spediti online. Non solo della concorrenza, anche propri. Perché un cliente deve correre a prendere forbici o coltello per aprire una confezione? Con fiuto eccezionale, Amazon ha deciso di lavorarci su e risolvere il problema. In poco tempo ha realizzato una tipologia di imballaggio nuova di zecca. Le confezioni sono oggi più facili da aprire per tutti. Amazon sa che clienti senza frustrazioni sono clienti fedeli
ING Group. Ha identificato un pain point importante: la difficoltà di decifrare un certo tipo di linguaggio tecnico e burocratico. Ha così deciso di creare un contratto di mutuo per la casa semplificato, un semplice documento di due pagine dai toni amichevoli e accessibili a ogni tipo di cliente
Vuoi approfondire questi argomenti? Qui trovi alcuni contenuti per te:
Pain points: le problematiche per l’advertising
Per quanto riguarda la pubblicità i problemi sono più o meno sempre gli stessi.
Se ti occupi di advertising sai che i tuoi clienti richiedono servizi ottimizzati, che significa più veloci ed efficienti. Tutto questo avviene in uno scenario sempre più competitivo, dove il rischio di perdere l’attenzione del cliente è alto.
Vediamo i principali pain points dell’advertising.
Il lavoro tra vocazione e responsabilità – Intervista a Massimiliano Pappalardo
Basso posizionamento nella SERP di Google
Di solito il pain point principale riguarda un basso posizionamento nella SERP di Google. Per risolvere il problema puoi adottare metodi diversi. Puoi ad esempio cominciare provando ad aumentare le offerte. È il modo più veloce per far salire rapidamente i tuoi annunci nella SERP.
Anche se può spaventarti è bene che tu sappia quanto devi pagare, affinché una parola chiave appaia in alto nella SERP.
Una volta che conoscerai il prezzo della parola chiave, potrai regolarti di conseguenza, decidendo se puntare in alto o rischiare investendo meno.
Il budget è strettamente legato alle esigenze della singola azienda ma è fondamentale comprendere se si può essere competitivi online.
Le cifre possono talvolta essere imprecise, non del tutto affidabili. Vanno almeno valutate. Solo così la tua strategia potrà essere davvero vincente.
Un’altra cosa che potrai fare è migliorare il tuo punteggio di qualità . Interroga Google e cerca di capire cosa trova di sbagliato nel tuo annuncio. CI sono buone possibilità che seguendo i consigli di Google il tuo sito scali qualche posizione.
Inoltre, migliore è il punteggio di qualità minore sarà il costo per conversione.
Puoi migliorare il punteggio di qualità prendendo in considerazione:
Pertinenza dell’annuncio. L’annuncio presenta contenuti tali da meritare la prima pagina di Google per una specifica parola chiave? L’annuncio è pertinente rispetto all’offerta della tua azienda?
Click-through rate (CTR). Con questa formula si definisce il rapporto fra numero di click generati da un annuncio e il numero di volte in cui l’annuncio è stato visualizzato. Quanto è probabile che qualcuno scelga di cliccare sul tuo annuncio quando Google lo inserisce tra i risultati? Più alto è il CTR più Google ritiene l’annuncio di qualità
Pertinenza dei contenuti sul sito web. Le informazioni fornite sul sito corrispondono a ciò che l’annuncio offriva? C’è pertinenza tra quanto promesso e quanto trovano sul sito?
Bassa percentuale di click
In genere alla base di una bassa percentuale di clic ci sono due tipi di problemi:
Scarsa qualità del traffico. Quantità non sempre significa qualità. Una grande quantità di impression è valida solo se sono le persone giuste a visualizzare gli annunci. Hai mai pensato che potresti mirare a persone, orari, luoghi e parole chiave sbagliati? Potresti persino essere vittima di una rete di spam. Questo significa che i tuoi annunci vengono pubblicati su pagine di scarsa qualità. Queste fanno riferimento ad annunci su cui i visitatori sono indotti a cliccare con l’inganno
Scarsa creatività dell’annuncio. Il tuo annuncio è convincente? Quanto? È abbastanza accattivante? Hai comunicato chiaramente i vantaggi che presenta il tuo prodotto? Puoi prendere in considerazione alcune soluzioni creative per dare risalto al tuo annuncio. Puoi utilizzare colori che spicchino su sfondi neutri, utilizzati dalla maggior parte dei siti web
Tasso di conversione inferiore alla media
Tassi di conversione al di sotto della media si traducono di norma in obiettivi mancati e risultati scadenti. Se gli utenti fanno clic sul tuo annuncio ma il tasso di conversione è basso c’è un problema. Quale?
Se il cliente resta poco sulla pagina il problema riguarda probabilmente la pertinenza di quest’ultima con l’annuncio. Se questo menziona ad esempio uno sconto sull’abbonamento ad una rivista, la pagina su cui il cliente atterra deve renderlo ben visibile.
Il titolo, le immagini, i colori e gli elementi grafici corrispondono? Devi fare in modo che il cliente non si chieda se è nel posto giusto e si trovi subito a suo agio nella pagina nella quale atterra.
Poche entrate rispetto agli obiettivi
Un altro problema è il seguente: alto tasso di conversione della landing page ma non vengono raggiunti gli obiettivi per quanto riguarda gli acquisti e dunque i profitti.
Questo può dipendere da una misurazione eccessiva di diverse metriche (percentuale di clic, frequenza di rimbalzo, tasso di conversione). Cerchiamo costantemente di migliorarle singolarmente perdendo di vista il contesto globale. L’ottimizzazione deve tradursi in profitti, altrimenti è tempo perso. Avere un’alta percentuale di clic è un’ottima cosa, certo. Ma solo se genera ROI.
È meglio avere pochi clic ma molte entrate, sfruttando il potenziale di ogni utente che arriva sul sito.
Il tasso di conversione della landing page diminuisce rapidamente?
Questa è una delle situazioni più frustranti in cui un marketer possa incappare.
Lavori sodo per portare gli utenti sulla landing page e da principio tutto sembra andare per il verso giusto. I visitatori compiono l’azione desiderata, uno dopo l’altro.
Poi i tassi di conversione iniziano improvvisamente e repentinamente a precipitare.
Ecco quali potrebbero essere i motivi:
Regressione alla percentuale media . Con il passare del tempo il calcolo della media degli accessi tende comunque e sempre a diminuire, considerando i successi ma anche un numero crescente di rimbalzi. Questo per dire che è improbabile che un tasso di conversione del 50% dopo i primi 100 visitatori prima o poi non perda slancio spostandosi verso la media del settore
Un problema con la tua campagna. L’errore umano è sempre da prendere in considerazione. In qualunque campagna vengono spesso apportate modifiche alle pagine e ai link. Non è inusuale che modificando qualche elemento si produca accidentalmente un crollo del tasso di conversione
Un problema con i tuoi strumenti. È anche possibile che la colpa del calo delle conversioni dipenda dagli strumenti che usi. Software non perfezionati o non del tutto adatti sono spesso variabili importanti per una valutazione realistica di una campagna
Ricontrolla frequentemente che tutto funzioni a dovere.
Difficoltà a tenere il passo con i format delle varie piattaforme
Facebook, Twitter, Instagram, YouTube: l’elenco dei canali social attivabili cresce costantemente.
Devi imparare a progettare annunci capaci di convertire su ognuna di queste piattaforme . Ciascuno di questi strumenti ha caratteristiche di comunicazione ed un pubblico differenti: questi aspetti vanno intercettati e compresi subito.
Una volta che l’avrai fatto saprai come operare al meglio su ognuna di esse.
Non sprecare tempo creando annunci poco performanti. Impara a conoscere le principali piattaforme per progettare al meglio i tuoi annunci.
Pain points e mobile: scogli insuperabili o opportunità?
Il marketing mobile è relativamente nuovo per la maggior parte dei marketer. Si sperimenta ancora molto e non sempre ci si trova d’accordo sulle soluzioni ottimali.
Non hai ancora ottimizzato le tue campagne per dispositivi mobili? Allora dovrai fare i conti con molti pain points.
Le principali problematiche su dispositivi mobili riguardano il multitasking . Può rivelarsi davvero impegnativo per chi non ha massima confidenza con il digitale.
Prendiamo un’operazione semplice come inviare un messaggio allegando l’indirizzo di un bar ad un contatto della rubrica.
Devi aprire tre schede e toccare più volte lo schermo. Un millenial lo farà agevolmente mentre controlla le notifiche di Instagram, compra le Vans preferite su Amazon e manda un messaggio vocale.
Ma una persona con meno esperienza potrebbe avere dei problemi.
Google ha trovato la soluzione ottimale. Con la sua tastiera Gboard offre i servizi di ricerca di Google direttamente nei campi di immissione del testo. Ad una prima occhiata ti sembrerà uguale a tutte le altre decine di tastiere iOS che trovi sul Play Store.
Ma non è così. Gboard aggiunge un pulsante di ricerca color arcobaleno accanto alla barra di correzione automatica.
Cliccando su di esso durante l’invio di messaggi hai la possibilità di trovare subito contatti, link, immagini, ristoranti, indicazioni stradali, GIF animate.
Non lo trovi impressionante? Il problema che diventa soluzione.
Puoi utilizzare la tastiera di Google come una sorta di centro di comando multitasking senza dover navigare tra app diverse . Non c’è più niente da copiare e incollare, è tutto a portata di clic.
Queste soluzioni sono molto utili lato utente, ma testimoniano di difficoltà che le persone incontrano quotidianamente da mobile. Un’azienda o un brand dovrebbero chiedersi quali difficoltà incontrano i propri clienti. Il primo passo è verificare che il proprio sito web sia performante al massimo anche da mobile.
Un nuovo modo di immagazzinare le immagini
Per quanto riguarda il formato immagine i pain points sono moltissimi.
Con il progresso tecnologico, l’archiviazione delle immagini si è spostata prima da floppy disk a CD, e poi da CD a supporti di archiviazione USB fino ad arrivare al cloud..
La corsa tecnologica ha però scoperto il fianco ad alcuni punti deboli.
Questi riguardano:
Sicurezza. Possono esserci pain points nella catena di comunicazione. Tutti i dispositivi utilizzati per la condivisione di immagini sono sicuri? Muoviti sempre facendo attenzione alla tua privacy, oggi bene preziosissimo
Organizzazione delle immagini. Per non perdere o smarrire le foto, ma anche per organizzarle in un modo che renda facile la ricerca, è necessario archiviare le immagini in maniera logica. Si possono creare percorsi concettuali guidati da forme
Il video?
Non devi essere nel settore pubblicitario per capire quale problema rappresenti il video ad alta risoluzione sulla capacità di archiviazione.
Chi possiede uno degli ultimi modelli di iPhone ha verosimilmente riscontrato questo problema.
Il fatto che tu possa girare un video 4K su un dispositivo mobile è eccezionale. Considera però che quel file digitale occupa molto dello spazio d’archiviazione disponibile. Un solo minuto di video 4K girato a 30 FPS occupa 375 MB.
Utilizzando una fotocamera professionale, uno scatto digitale standard richiede circa 12 MB di spazio di archiviazione al minuto.
Per un marketer questo è un problema, vista la crescente importanza del formato video nella pubblicità digitale. Il video marketing è ormai realtà e sarà sempre più importante.
Chi opera nel settore pubblicitario, del marketing e del digital deve trovare una soluzione a questo problema.
C’è bisogno di una strategia di archiviazione adeguata che tenga in considerazione gli obiettivi aziendali primari e che consenta ai team, attraverso soluzioni creative, il miglior utilizzo dei file.
“Identificare i pain points di un cliente resta un compito delicato e per nulla semplice. Avrai bisogno di schematizzazioni ma anche di eccellente intuito.”
Risolvi i pain points con gli esperti di
Adv Media Lab
Riconoscere i pain points è solo il primo passo verso il successo. Il secondo è comprenderli al punto da riuscire a sfruttarli a proprio vantaggio. Cerchi risultati duraturi che impattino davvero sui profitti? Conosci a fondo il problema.
Studia e analizza i pain points. Conoscendoli a fondo saprai sfruttarli per raggiungere
il successo.
La progettualità è fondamentale sul medio lungo periodo, ma mai come oggi devono essere affilate le proprie capacità di adattamento. È necessario essere elastici, rispondendo tempestivamente alle esigenze dei clienti e del mercato con variazioni agili del media plan.
Quando si parla di comunicazione, il potenziale cliente veste i panni dell’attore protagonista. Le sue richieste vanno accolte rapidamente, tenendo traccia delle mutate abitudini di acquisto e consumo.
I pain points intralciano la fidelizzazione del cliente: trasformali all’interno della tua strategia e fanne degli alleati fedeli.
Adv Media Lab è un’agenzia specializzata in gestione dei pain points . Composta da oltre 40 esperti, da quasi vent’anni affianca aziende di diverse dimensioni e settori nello sviluppo di strategie di marketing digitali d’eccellenza.
Si parte da una consulenza gratuita, per poi andare a sviluppare un percorso di crescita personalizzato e altamente performante .
Attenzione però, tu sei parte integrante del percorso. Intraprenderemo insieme un viaggio per attivare canali, costruire competenze e adottare gli strumenti più adatti per la gestione dei processi aziendali.
Vuoi fare tutto da solo o sfruttando le risorse aziendali? Nessun problema: le formiamo noi.
Nel corso degli anni i professionisti di ADV Media Lab hanno offerto consulenza a più di 200 importanti aziende.
Eccoti un esempio della nostra professionalità:
Chi? Un’azienda italiana specializzata in importazioni di carne e pesce da tutto il mondo. Copre l’intera filiera di settore (terzisti, GDO e B2C) risultando tra le più note a livello globale
Cosa ci ha chiesto? Rilancio dell’intero reparto marketing digitale, con particolare attenzione alla risoluzione di delicati pain points relativi a diversi processi aziendali
Cosa abbiamo fatto? Ideato e realizzato una strategia di marketing digitale che facesse leva sui pain points, trasformandoli in possibilità di crescita
Cosa ha ottenuto il cliente? La parola ai dati: 7x di incremento della lead generation e +125% di aumento di tasso di conversione e vendita
Adv Media Lab è al servizio dell’innovazione e si perfeziona costantemente per offrirti il meglio.
Non sprecare tempo, denaro ed energie. Siamo a disposizione per fornirti consulenza e di pensare assieme a te al domani della tua azienda.
Pain points: analizzare, comprendere, agire
Identificare i punti deboli e usarli come un vero e proprio trampolino di lancio può non essere semplice. Ma va fatto.
La maggior parte della concorrenza sta riscontrando problemi uguali o simili ai tuoi?
Non saranno mai gli stessi. Ogni azienda è un’isola a sé. La comprensione dei pain points parte dalla comprensione della tua azienda, dei tuoi obiettivi e necessità.
Se non l’hai ancora fatto analizza la tua attività per scoprire cosa funziona e cosa no. Le chiave per identificare con successo i punti deboli sono la ricerca, lo studio, l’analisi. Fatto questo sarai veramente padrone della tua azienda e potrai vederla decollare.