Roberto Siconolfi: Invece, sul versante tecnologico, dal punto di vista dei nuovi media, ad esempio, sono state svolte numerose ricerche da tanti specialisti del settore, e scritti fiumi d’inchiostro sulle problematiche alle quali questi portano, in particolare nel mondo adolescenziale (disturbi d’apprendimento, dipendenze, sedentarietà, ecc.). C’è qualche trait-d’union che lega tutte queste problematiche riguardanti la diffusione, e meglio ancora l’abuso, dei nuovi media e delle nuove tecnologie?
Marco Terranova: È stato dimostrato che l’uso smodato dei nuovi media e delle nuove tecnologie indebolisca le abilità mentali e sia causa di sedentarietà, obesità e depressione. Ormai la maggior parte della vita viene trascorsa davanti a schermi e tastiere in posizione seduta… Si lavora, si gioca, si fa sesso tramite il pc ed il corpo rimane il grande escluso. Questo ovviamente ha delle implicazioni molto pesanti sulla salute psico fisica di tutti noi che viviamo in questa stramba società.
Roberto Siconolfi: Marco, un’analisi critica, anche piuttosto serrata, dei fenomeni contemporanei, l’abbiamo effettuata, ma ci sono anche delle soluzioni? Degli antidoti, in grado di farci rimanere centrati nel mondo che viviamo, senza inutili fughe, o altrettanto ancor più inutili, se non dannose, ribellioni frontali? È possibile riattualizzare quei grandi insegnamenti dell’antica sapienza greca – pensiamo a un Pitagora, o a Platone e Aristotele – confrontandoli sia a conoscenza più antiche, nel libro parli di Vedanta, Yoga e Zen, e anche a conoscenze più moderne in ambito psicologico – pensiamo alle psicologie di Freud o dell’italiano Assagioli? E se è possibile riattualizzarli, in che modo, con quali aderenze e divergenze?
Marco Terranova: Finita la “pars destruens”, siamo obbligati ad occuparci della “pars costruens”… A mio modo di vedere non ci sono antidoti o soluzioni magiche, ognuno può, anzi deve, trovare la sua via. A mio modo di vedere esistono le “grandi Vie” come lo Yoga, lo Zen, il Tai Chi ecc… che possono aiutare molto in questo.
Ciò non vuol dire che siano certamente la soluzione, per questo insisto molto sul fatto che ognuno di noi dovrebbe trovare la sua strada; per qualcuno potrebbe essere l’arte, per qualcun altro lo sport, per altri ancora il volontariato.
La cosa più importante è seguire la propria inclinazione naturale, tutti noi ne abbiamo almeno una. Dobbiamo anche accettare ed affrontare situazioni di disagio cronico, che spesso possono essere presenti; bisogna avere il coraggio di dire candidamente che non sempre i disturbi mentali sono guaribili ed affrontabili con pratiche naturali o con rimedi semplicistici, per questo motivo è opportuno parlarne, confrontarsi e quando necessario affiancare anche un trattamento farmacologico. La sconfitta vera non è assumere o meno un farmaco, bensì abbandonarsi passivamente alle grinfie della modernità che seduce, ammalia e stordisce impedendoci di vedere la nostra vera luce.
Roberto Siconolfi, classe ’83, campano, sociologo, saggista, mediologo. Uno dei suoi campi principali di ricerca è il mondo dei media, in tutti i suoi aspetti, da quello tecnico a quello storico e antropologico, fino a giungere al piano “sottile”, “magico”, “esoterico”.
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