Grazia Sigismondo – Social media e community marketing consultant in Adv Media Lab.
Il Product Management Day arriva alla terza edizione. Cosa ci aspetta? Entriamo nel cuore dell’evento grazie a un’intervista agli organizzatori.
Capire il vero spirito dell’evento passa dall’ascoltare le voci di chi ha reso possibile l’evento, cioè i suoi organizzatori. Per questo il Product Management Day risponde alle nostre curiosità in un’intervista corale.
Sono stati coinvolti i seguenti organizzatori:
Ileana Baldassi , Product Marketing Specialist in 20tab e parte del Team organizzatore del Product Management Day. Una cantante jazz che lavora nel marketing, una persona ottimista e curiosa di natura.
Anna Lisa Di Vincenzo , Content Writer in 20tab e parte del Team organizzatore del Product Management Day. Una laureata in Lettere prestata al Marketing, oltre che un’accumulatrice seriale di libri e oggetti a pois.
Jessica Chiavaro , Sales account in 20tab e parte del team organizzatore del Product Management Day. Una sportiva che ama le sfide e le relazioni con gli altri, tanto che ne ha fatto il suo lavoro.
Martina Iulianella , parte del team organizzatore del Product Management Day. Da piccola ha sempre preferito i puzzle alle Barbie: Creative & Content Strategist, fa ordine tra le mille idee e pianifica i processi di lavoro.
Gabriele Giaccari , uno dei fondatori di 20tab. Sviluppatore di software dal 2001 e pythonista dal 2009. Le sue competenze inglobano l’agile, il product management e la user research, su cui tiene delle conferenze in eventi di settore.
L’intervista è stata curata da Grazia Sigismondo , Social media & community marketing consultant di Adv Media Lab.
Il Product Management Day nasce nel 2021, cresce e arriva alla sua terza edizione con tante novità, ma sempre con lo stesso obiettivo: diffondere la cultura di prodotto. Ma cos’è la cultura di prodotto? E state centrando lo scopo che vi eravate fissati?
Ileana : Questo evento era nel cassetto dei desideri di 20tab, e in particolare in quello di Raffaele Colace (uno dei tre soci), da molto tempo: nel 2021, dopo aver ascoltato e misurato l’interesse del settore per un evento che parlasse finalmente di prodotto, abbiamo deciso di validare l’idea. Siamo partiti da quello che doveva essere un MVP, un evento online dedicato solo a questi professionisti, con un grande obiettivo: rafforzare e diffondere la cultura di prodotto.
Quella versione 0 del Product Management Day ci ha regalato una sorpresa: più di 1000 iscritti, 300 persone collegate per tutto il giorno, attestati di stima, una community che iniziava a formarsi, seppure in maniera virtuale (visto anche il momento in cui ci trovavamo), e la necessità di tutti di avere un appuntamento italiano, plasmato sul contesto del nostro Paese, con le aziende che hanno un mindset di prodotto.
La conferenza è passata poi per una versione ibrida, nel 2022 online e a Roma, per arrivare a questa terza edizione totalmente in presenza, con molte novità, ma ancora basata sulla cultura di prodotto.
Parlare e “pensare” di prodotto significa concentrarsi sui problemi e sulle soluzioni , sugli utenti finali e non sulle convinzioni di una minoranza ai vertici aziendali, lavorare iterativamente e basarsi su dati, feedback, analisi. Fare prodotto vuol dire creare valore per l’utente finale.
20tab è un Product Team che ha fatto di questo approccio e di un mindset Agile la sua base. Ci sono molte altre aziende che stanno puntando in questa direzione in Italia : noi vogliamo che il Product Management Day sia il loro momento, per crescere e incontrarsi. E i numeri e le parole dei partecipanti ci dicono che ci stiamo riuscendo.
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Quest’anno avete deciso di portare diverse innovazioni: la doppia track, i talk differenziati per topic e livello, le Tavole Rotonde e il networking “permanente”. Come sono nate queste idee e perché pensate siano utili per i partecipanti?
Anna Lisa: Quello che conta nella costruzione della nostra conferenza sono i contenuti e gli spazi di networking: iniziamo sempre dalla Call 4 Speaker, per far emergere le idee e i casi studio più utili e interessanti, e dalla valutazione di una location e una struttura temporale dell’evento che permetta di conoscersi e creare relazioni.
Nel 2023, grazie anche al nostro Partner Organizzatore Nana Bianca e al lavoro di Émoilab, abbiamo potuto prevedere molti spazi in più, per raddoppiare i contenuti e assicurare un’area dedicata al confronto che rimanesse attiva tutta la giornata.
Le scelte specifiche sul programma e sull’evento vengono prese sempre a partire dai feedback raccolti nelle edizioni precedenti, per realizzare quanto più possibile ciò che i nostri partecipanti si aspettano e di cui avrebbero bisogno.
La grande innovazione di quest’anno è che ognuno potrà scegliere il “suo” Product Management Day. La certezza è che i contenuti saranno di altissimo valore e il networking porterà, anche quest’anno, nuovi incontri professionali fortunati.
Il primo anno da remoto, poi a Roma, quest’anno a Firenze negli spazi di Nana Bianca. È una scelta quella di portare l’evento in giro per l’Italia?
Martina: Nel 2021 tenere la conferenza da remoto è stata una scelta obbligata, vista l’emergenza sanitaria, ma per noi un evento completo si realizza solo in presenza: per questo da quest’anno il Product Management Day diventa un appuntamento a cui si può partecipare solo fisicamente. Per lo più a Firenze, sede storica di molte conferenze tecniche.
Il fatto di spostarci su varie aree del Paese risponde proprio alla vocazione dell’evento: vogliamo abbracciare l’intero territorio e incontrare tutte le aziende che hanno già o si stanno approcciando a un’impostazione product driven.
Chissà dove saremo l’anno prossimo!
Alla conferenza partecipano tante figure che si muovono attorno al Prodotto, dai Product Manager ai Designer, Sviluppatori, Agile Coach, Scrum Master e CEO. Cosa devono aspettarsi questi professionisti dal Product Management Day 2023?
Jessica : Innanzitutto un’atmosfera molto friendly: nel Product Management Day c’è molto del mindset 20tab, e noi amiamo uscire dalla zona di comfort ma sempre “in comfy clothes”. L’aria che si respira è proprio quella di un grande incontro di professionisti appassionati , accomunati dalla voglia di mettersi in gioco.
E quest’anno tanti talk pratici, con casi studio reali, esperienze riportate dal campo direttamente sul palco, tanta product discovery, temi nuovi come la sostenibilità e la netnografia, e poi strumenti utili da applicare nel lavoro quotidiano. I nostri Keynoter, Itamar Gilad e Pawel Huryn, terranno due interventi da ascoltare e riportare nella pratica (il primo terrà anche un Workshop il giorno precedente sul suo famosissimo framework GIST, per la prima volta in Italia).
Infine l’incontro con le altre aziende, anche attraverso le Tavole Rotonde che si terranno in una terza track dedicata, e con i colleghi e le colleghe, per un networking alla pari, reale, che è parte integrante dell’evento e che, ne siamo certi, darà i suoi frutti.
Le aziende che si occupano di prodotti digitali per rimanere competitive oggi devono stare al passo con le tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale, l’IoT (Internet of Things) e la blockchain. Dalla vostra esperienza notate resistenze verso questi cambiamenti? E se sì, come possono essere superate?
Gabriele: L’argomento delle tecnologie emergenti è sempre esistito, a partire dal cloud, passando per la blockchain, e ora l’AI. Vedo diverse tendenze in contrapposizione: da un lato aziende e prodotti che fanno una rincorsa all’hype dell’ultima ‘buzzword’ , solo a scopi commerciali ma senza una reale ragione tecnologica; dall’altro ci sono effettivamente aziende troppo conservative che hanno paura di approfondire strade nuove ; in ultimo c’è chi riconosce l’effettiva necessità di approfondire questi temi per non rimanere indietro , sapendo cogliere quanto c’è di buono.
I prodotti che nascono seguendo il primo filone di solito hanno vita breve perché forzano le tecnologie per cose dove non sono necessarie: soprattutto in ambito blockchain è stato evidente, a un certo punto veniva inserita in qualunque soluzione, anche dove non aveva alcun senso. D’altra parte avere una resistenza a priori è sbagliato. Ovviamente l’approccio corretto è il terzo.
Per motivare anche le aziende più restie secondo me bisogna guardare ai grandi player. Un caso su tutti, facendo riferimento a uno dei protagonisti del Product Management Day, è Miro : ha iniziato a introdurre l’AI come feature aggiuntiva e sperimentale, senza modificare il flusso di lavoro attuale, ma aggiungendo utili funzionalità sulla generazione di contenuti o sulla clusterizzazione. Sicuramente un passo avanti nel renderlo un prodotto competitivo sul mercato, ma con equilibrio.
Parlare e “pensare” di prodotto significa concentrarsi sui problemi e sulle soluzioni. Fare prodotto vuol dire creare valore per l’utente finale.
L’intelligenza artificiale ha reso possibile un livello di personalizzazione senza precedenti, un beneficio certamente importante in un ambito come il product management. Quali sono gli sviluppi che state notando dell’IA che più hanno impattato sulla gestione a 360° del prodotto?
Gabriele: Alcune soluzioni di IA permettono di fare previsioni basate sui dati in una forma più avanzata, che senza applicare algoritmi di Machine Learning sarebbe ovviamente impossibile avere. Questa mi sembra una delle feature più utili per la gestione del prodotto, la possibilità quindi di poter fare analisi predittiva in una forma nuova.
Dal punto di vista strategico inoltre, alcune feature introdotte dai vari tool (parlavamo prima di Miro) permettono di suggerire ai Product Manager strategie e connessioni per strutturare i vari OKR o alberi decisionali in generale, e dare un punto di partenza su cui lavorare.
Non so valutare ancora la bontà di queste funzionalità, di fatto in beta, ma la strada che aprono è interessante.
Come migliorare la tua strategia di sales automation?
Le aziende che si occupano di prodotti digitali devono attenersi a regolamentazioni e normative sempre più puntuali, come il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), il Data Protection Impact Assessment (DPIA) o il Data Protection Impact Assessment (DPIA). Quali sono le difficoltà principali legate a questo cambiamento?
Gabriele : Sono normative dove c’è sempre una chiarezza molto limitata da parte dei tecnici che devono applicarle, e degli stakeholder in generale. Vengono definiti parametri generali da rispettare ma non si scende, giustamente, nel dettaglio. L’interpretazione tra i vari addetti a volte non è coerente però, i tecnici sono preoccupati di fare cose sbagliate, e gli stakeholder non capiscono che essere compliant con queste normative richiede un budget aggiuntivo.
É sempre un tema che dal punto di vista tecnico procura molte grane e credo che ad alto livello si potesse gestire molto meglio di così, ma d’altro canto riconosco che il tema della protezione dei dati sia importante e delicato , e fosse necessario intervenire a regolamentarlo.
Probabilmente ci sarà da fare ancora qualche iterazione a livello globale per rendere la gestione chiara e semplice per chi deve implementarla.
Quali sono le hard e soft skills che un product manager dovrà necessariamente avere nel 2024?
Ileana : Non si discostano molto da quelle che servivano anche nel 2023 o l’anno precedente. Tra le hard skill, le conoscenze in ambito tecnico , con tutto ciò che comporta l’entrata in campo di nuove tecnologie come l’IA, la capacità di comprendere e portare avanti un’analisi di mercato, le competenze di base in UX Design e in generale la capacità di pensare “fuori dalla scatola” , cercando strade e soluzioni nuove.
Tutto questo permette al PM di toccare tutti gli aspetti fondamentali per un prodotto – la fattibilità, la domanda e gli utenti finali – e di confrontarsi con il suo team in maniera agevole e fruttuosa.
Le soft skill sono tante, dalle capacità analitiche, al pensiero critico, alla leadership, all’intelligenza emotiva, fino alle doti di public speaker e al saper fare/farsi le domande giuste.
La cosa più importante, però, rimane la voglia di aggiornarsi e studiare , senza sosta, oltre all’incontro con gli altri e allo scambio con chi ha la stessa o più esperienza, per crescere costantemente. Dopotutto è questo che vogliamo creare con il Product Management Day.
Quali tendenze emergenti vedete nel campo del product management e come pensate che influenzeranno il vostro settore in futuro in Europa e Italia?
Gabriele : In Italia è un tema relativamente nuovo, o almeno in questi termini se ne parla solo da 3-4 anni. Per questo stanno nascendo tantissime iniziative che riguardano la formazione come Product Manager, le certificazioni, i master, o anche le conferenze a tema.
Credo quindi che ci sarà sempre più chiarezza su cosa ci si aspetta da un Product Manager, e quali sono le varie sfumature a seconda dell’ambito di lavoro e dello stato del prodotto da gestire.
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Potete già darci qualche anticipazione sul futuro del Product Management Day? Cosa prevedete per il 2024?
Anna Lisa: Ci sono professionisti che ci seguono da quell’edizione 0, nel 2021, e che stanno creando con noi il percorso di questa conferenza. Sicuramente ci sarà un Product Management Day 2024 , un’ulteriore crescita di questo evento completamente incentrato sul prodotto e dedicato al business, alle aziende e ai professionisti di prodotto.
Tutto quello che ci troverete dentro lo scopriremo insieme a chi sarà con noi quest’anno: dalle loro parole e dalle loro impressioni ripartiremo, dal 28 ottobre, per migliorare ancora e portare al livello successivo questa conferenza.