Michael Lelli – Appassionato dell’universo informatico fin da piccolo e specializzato in area SEO da 10 anni.
Come fare i redirect Seo? Scopri nella nostra guida come farli correttamente e come gestire una situazione complicata in pochi click!
Quando si parla di redirect si parla di dirigere il traffico di un website, che siano essi utenti reali o motori di ricerca, verso un’altra pagina rispetto a quella originale. Questa pratica viene utilizzata principalmente quando un contenuto qualsiasi è stato cancellato o quando si sposta il dominio.
I redirect sono fondamentali dal punto di vista della SEO e aiutano molto la user experience del tuo website. A nessuno piace cliccare su un link che porta ad una pagina 404 o ad una pagina che non esiste più.
Esistono diverse tipologie di redirect SEO e ci sono molte situazioni in cui potrai utilizzarle per migliorare il tuo website. Nello specifico andremo a parlare di:
SEO e content marketing B2B
Daniel Casarin – Christian Nerino
Che cosa sono i redirect SEO e perché usarli?
I redirect SEO, come ti abbiamo anticipato, sono uno dei modi che ha un website per ridirigere il traffico da un URL non più esistente ad un altro URL che è invece attivo.
Immagina di aver cliccato su un link all’interno della ricerca di Google e, invece di trovare il link utile che stavi cercando, trovi una pagina di errore 404.
Un tipico esempio di pagina 404 per mancato Redirect SEO
Una pagina 404 è considerata un errore per i motori di ricerca, non porta indicizzazione e anzi ferma il crawler nella sua navigazione. Ma non ferma solo il crawler: anche te, che hai cliccato, esci fuori dal website immediatamente.
Quel contenuto, al momento inesistente, potrebbe semplicemente esistere ancora ma con un URL diversa o in un altro dominio.
Perché i redirect 301 sono importanti
Entrare e trovare un errore è una pessima esperienza e, soprattutto se è la prima interazione che un utente ha con il tuo portale, porta all’abbandono quasi immediato. Questo vuol dire che è stata persa la possibilità di convertire l’utente in cliente o in lead, generando un danno alla tua strategia marketing.
Questo non accade quando vengono usati i redirect 301: inoltri il traffico dalla URL A alla URL B portandolo esattamente dove volevano comunque arrivare.
Al contrario delle pagine con errore 404 (o 410, sempre contenuto cancellato), il redirect SEO 301 informa il crawler che la navigazione può proseguire e che è stata spostata la pagina di destinazione. Questa operazione deve essere effettuata anche in caso di spostamento temporaneo.
Un altro motivo per cui è importante eseguire un redirect SEO è quello legato ai backlink. Se un backlink o un link interno puntano a delle pagine 404, questi ultimi non verranno conteggiati dall’algoritmo e andranno sprecati. Nell’ottica del miglioramento delle prestazioni, dovuto alla presenza del crawl budget, un
redirect 301 può aiutare il website a migliorare il suo
ranking notevolmente, soprattutto rispetto a dei competitor che non utilizzano questa strategia.
Quando fare i redirect sul proprio website?
Ci sono diversi momenti in cui devi fare i redirect sul tuo website, principalmente si usa quando:
Modifichi o sposti l’URL di una pagina (da la-mia-pagina a mia-pagina, ad esempio)
Cancelli una pagina che generava traffico o che aveva dei backlink
Fai una nuova struttura del website
Sposti il tuo website su un nuovo dominio (da www.miosito.it a www.tuosito.it)
Quando fondi due o più website in uno solo
Quando devi eseguire una migrazione SSL (da HTTP a HTTPS)
Quando hai dei contenuti duplicati
Quando devi migrare da una soluzione senza www. ad una con , o viceversa
Quando cancelli una immagine e ne inserisci una nuova
Quando cancelli un ancora html all’interno di un codice
Molte volte basta semplicemente reindirizzare un singolo URL, altre volte devi reindirizzare un intero dominio. La cosa più importante è capire che esistono diversi tipi di redirect da usare e che ognuno deve essere valutato in base alla situazione e all’obiettivo.
“I redirect sono fondamentali dal punto di vista della SEO e aiutano molto la user experience del tuo website.”
Quali sono i vari redirect e quando usarli
Esistono tre tipologie di redirect: il redirect HTTP (il più comune), il redirect JavaScript e il redirect meta refresh.
I redirect HTTP sono quelli più comuni e sono utilizzati ampiamente nell’ambito dei redirect SEO. Come ci viene riportato da W3C : “Un redirect HTTP è un modo più ricco di reindirizzare, perché da allo User agent più informazioni rispetto al semplice indirizzo: il server dà anche informazioni sul tipo e sullo scopo del reindirizzamento, cosa che permette allo User agent di agire differentemente in base al tipo di redirect.”
Dando un’informazione e uno scopo, il redirect SEO permette dunque di aiutare i vari motori di ricerca a capire l’intento di questo spostamento, migliorando l’indicizzazione del tuo website.
Ma come scegliere i vari tipi di redirect HTTP? Con un semplice schema si può capire quale ci è più utile nelle varie situazioni.
Questo schema dei Redirect è disponibile su Semrush
Andiamo ora a scoprire quali redirect possono essere utili per il tuo website e come possiamo usarli in una strategia SEO.
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Redirect 301
Il redirect 301 è il redirect SEO più comune. Indica che il contenuto della URL A è stato spostato definitivamente sull’URL B.
Usando questo tipo di redirect, sposterai gli utenti e i motori di ricerca verso una nuova pagina. Devi prestare attenzione quando vai ad usarlo: stai comunicando che lo spostamento è definitivo e l’URL A non verrà più utilizzata.
Oltre a indirizzare gli utenti al nuovo link, il 301 è il redirect SEO per eccellenza in quanto trasmette anche l’autorità proveniente dai backlink, fintanto che l’argomento della nuova pagina corrisponde all’originale .
Redirect 302
Questo redirect SEO prevede che la URL A è rimossa temporaneamente e verrà poi ripristinata. La URL B è dunque temporanea e non servirà successivamente questo redirect.
Si può utilizzare in diverse situazioni. La più comune è quando si stanno facendo dei test A/B su un nuovo template o se bisogna inviare gli utenti ad un altro URL in base alla loro provenienza o al loro dispositivo.
Si può gestire anche un eventuale spostamento temporaneo di un checkout, prestando attenzione alla compatibilità con i plugin o i codici per il pagamento.
Con il redirect 302 non viene trasmessa l’autorità alla nuova URL in quanto è, appunto, temporaneo.
Redirect 303
Non è un vero redirect HTTP in quanto dichiara ai bot che la risorsa è disponibile altrove . Molto spesso puntano a pagine totalmente esterne al website. Altre volte vengono usati per gestire le pagine di conferma di un checkout o la registrazione ad una newsletter.
Viene dunque usato, principalmente, per impedire che i contenuti di un modulo vengano reinviati erroneamente, ad esempio.
Redirect JavaScript
Questo tipo di redirect SEO utilizza del codice JavaScript per reindirizzare. Riconosciuti nel 2019 da Google , trasmettono il PageRank e l’autorità di una URL. Si usano, principalmente, in sostituzione del redirect 301.
Redirect Meta refresh
Una delle più antiche pratiche di redirect . Viene caricato un meta tag nell’area <head></head> della pagina web ed indica al browser di andare in un’altra pagina dopo alcuni secondi. Molto spesso viene visualizzato un conto alla rovescia prima di far partire il redirect.
Google ha confermato che vengono gestiti esattamente come i redirect SEO sopracitati, tuttavia sono penalizzati lato user experience in quanto l’utente deve aspettare la fine del conteggio e avrà nella cronologia una doppia pagina: quella del refresh e quella di atterraggio.
Questo è sicuramente il redirect SEO sconsigliato nel 2023 .
Come implementare i redirect nel proprio sito
Ci sono vari metodi per implementare i redirect SEO nel proprio website. Cambia a seconda della configurazione del server web, del CMS o del codice utilizzato.
Andando ad usare le pratiche più comuni, si può andare ad implementarlo nei seguenti metodi:
Modificando il file .htaccess (quando si trova su un server Apache o hosting Linux)
Su Nginx, aggiungendo un server block al file nginx.cong
Usando le direttive aggiuntive creando un return 301 (su Plesk e su Cpanel)
Importando il modulo mod_redirect e usando url.redirect (su Lighttpd)
Usando il modulo di riscrittura URL su Magento
Usando la funzione di reindirizzamento integrata su Shopify
Usando il plugin Redirection su WordPress
Usando i redirect Javascript
Come ti abbiamo anticipato, i Meta Refresh (così come i redirect PHP) sono utilizzabili ma sconsigliati per realizzare un redirect SEO accettato da Google.
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Daniel Casarin – Christian Nerino
Gli errori da evitare sui redirect SEO
È semplice creare dei redirect SEO, ma è ancora più semplice implementarli in modo errato e danneggiare così la SEO e la user experience.
Il problema più comune è quello di reindirizzare ad una pagina che non ha contenuti affini . Se si invia l’utente e il crawler ad una pagina che ha contenuti molto diversi dalla precedente, probabilmente verrà gestita come un errore 404 soft, penalizzando l’indicizzazione.
Se non c’è niente di affine , si può pensare di reindirizzare il traffico alla categoria generica (sia nel caso del blog che in un ecommerce). In alternativa, è meglio non reindirizzare il traffico e usare un codice di errore differente, come ad esempio un 410.
Un altro errore comune è quello di generare una catena di redirect . Molte volte ti puoi dimenticare di aver già reindirizzato la pagina di atterraggio verso un’altra pagina. Facendo così, la URL A finisce alla URL C passando dalla URL B. Questa catena è sconsigliata lato SEO in quanto, per i crawler, è genericamente un errore 404 soft.
Ora che sai come gestire i redirect SEO, puoi fare un’analisi tramite alcuni tool che ti abbiamo segnalato in questa guida e verificare che il tuo website sia gestito correttamente!