Roberto Siconolfi – classe ’83, campano, sociologo, saggista, mediologo.
Altro dei fenomeni sempre più attuali nella scena odierna, postmoderna, mediatizzata, è quello delle relazioni sorte sul web, e che dal web si trasferiscono nella realtà.
Anche in questo caso vi è un passaggio che dal mondo virtuale va a quello materiale, e non viceversa, e che cioè usa il medium, internet, in questo caso, non per mettere semplicemente in comunicazione.
Il medium come “facilitatore di affinità elettiva”: è questa la chiave di volta delle relazioni nella società postmoderna e postmediale.
Nel dettaglio parleremo di:
Postmodernità e nuova realtà digitale
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Postmodernità: liquida o gassosa
A coadiuvare il contesto storico-epocale, la postmodernità, è in atto anche dal punto di vista societario e nel mondo delle relazioni interpersonali una passaggio importante, quello che è stato definito dal sociologo Zygmunt Bauman della “società liquida” (2011).
Si tratta di una rimodulazione di tali relazioni, essendo in via di disfacimento la struttura sociale “classica”, o moderna a seconda dei punti di vista, e comunitaria, in alternativa alla quale emerge l’individualismo sfrenato, l’apparire, e il consumismo, intesi come “ancore” che tengono vivo il senso di appartenenza.
Questa è l’epoca della dissoluzione di istituzioni importanti come Stato, Chiesa, Famiglia, Partito, e con tutte le varianti e i corpi intermedi ad esse connesse – dalla comunità cittadina, al gruppo dei pari, e persino alla relazione sentimentale, stesso Bauman parlerà anche di “amore liquido” (2018).
È questa l’epoca – almeno in Occidente – dell’individualismo sfrenato, della disgregazione dei rapporti sociali, talvolta stesso della sfera individuale[1] , dell’atomizzazione sociale, ricostruita nel “sottosuolo”, per così dire, con fenomeni che il Maffesoli ha indicato come “tribalistico-metropolitani”.
È questa l’epoca di quello che abbiamo altre volte definito come una forma di paganesimo, “parodistico” però, dove tutta una serie di consacrazioni alla natura e ai sensi, sembrano riproporsi in una nuova veste.
Una veste fatta di rituali (partite di calcio, concerti, raduni musicali, ecc.), di modi di essere e di comportarsi (le suddette tribù postmoderne e metropolitane), culto di loghi di oggetti e di capi d’abbigliamento, di modi di intendere la sessualità e le relazioni più in generale.
Pur tuttavia, da più parti si spinge per l’introduzione di un altro concetto per spiegare lo “stato”, nel senso letterale del termine, della società attuale.
“Gassoso” potrebbe essere il termine più adatto!
È un concetto che viene fuori dall’analisi sociale e dall’analisi della conformazione del potere, attraverso le opere di George Orwell.
I capisaldi sono nell’estremo disfacimento dei rapporti sociali e nella ricoagulazione di essi a mezzo social network, con la variante “distanziamento” e un mega “controllo digitale” in ambito politico.
Una tale visione ha suoi appoggi in ambito della fisica con Emilio Del Giudice, il quale vede la società come caratterizzata da atomi che disordinatamente vanno in collisione con altri atomi e in “transizione”, cioè in attesa di passaggio di stato, da quello “caotico” e “gassoso”, appunto, in uno “coerente” che sia liquido o solido.
Ma anche in metafisica, René Guénon parlerà di “polverizzazione” della realtà o “volatilizzazione”, per definire il passaggio ad una fase che superi il materialismo solido, chiuso, in ambito della percezione quanto della concezione (scienza, filosofia, ecc.).
E anche in questo caso, la transizione è possibile come tutto ciò che sta alla fine di un ciclo e all’inizio di un altro.
Le relazioni edonistiche
In questo quadro, assistiamo a una vera e propria esplosione sensoriale, una slatentizzazione di pulsioni libidiche, energie liberate dalla compressione di certi canoni giudaico-cristiani o borghesi (scissione kantiana tra “essere e dover essere”), che erano tipici dell’epoca moderna.
È quella che per Maffesoli è l’epoca di Dioniso (1990), divinità “ctonia”, terrena, legata alla creatività, alla natura, e dunque in grado di riportare il divino sulla terra, risolvendo la frattura dualistica tipica di molte tendenze del già citato giudeo-cristianesimo.
I corpi, i sensi, l’estetica, l’abbigliamento, il portamento, il fascino e la fascinazione, tutto segue questa nuova dinamica.
E dunque le relazioni, un’epoca prettamente poligamica, dove il matrimonio è in via di superamento.
E dunque la sessualità, un’epoca fantasiosa, perversa in molti dei suoi tratti, dove il sesso non è più procreazione, né tantomeno amore, ma reciproco godimento di emozione istantanea.
Siamo oltre, come vediamo, quella che è stata per secoli la civiltà occidentale, siamo forse a prima di tutto ciò, ma in uno scenario nuovo, una riproposizione farsesca di quello che è stato.
Una farsa che però mostra il lato nascosto della realtà, e cioè che Dioniso, il dio creativo, artista, non è scomparso, ma attende il suo vero risveglio.
I media come facilitatori
Ma cosa c’entrano con tutto ciò i media? O meglio, possono i media non c’entrare con tutto ciò?
È la seconda, forse, la prospettiva più giusta per inquadrare la questione. I media come facilitatori della comprensione della realtà: è questo il nostro preciso orientamento!
Orientamento che parte dalle ricerche di un Marshall McLuhan, i media come processo, Understanding media (2008), processo per la comprensione e del medium e di sé stessi.
Processo che va oltre, verso la comprensione piena della realtà, in base ai meccanismi messi in moto dai media.
Sincronie, telepatie, costruzioni energetiche, effetti karmici, di tutto ciò rendono partecipi i media, e se a tutto ciò portano i media, allora possiamo dire che essi sono un ponte, una porta d’accesso verso la piena comprensione della realtà – tali spunti e orientamenti alla comprensione sono offerti in questo articolo[2].
E dunque, venendo a noi, anche in questo campo, nel mondo delle relazioni, i media possono essere “ponte per la relazione”.
Ma come abbiamo spiegato, questo ponte va al di là del semplice mezzo per affermare qualcosa, e dunque il mezzo per ottenere la relazione. Anche in ambito relazionale, dunque, i media sono il fine oltre che il mezzo. E il fine è l’”affinità elettiva”!
L’affinità elettiva è contenuta nel medium stesso, nel social network in particolare.
I social network come vettore dell’affinità elettiva, realizzatore istantaneo dell’attrazione magnetica secondo la quale il “simile risveglia il simile”, il “simile attrae il simile”, il “simile completa il simile”.
Così come nelle community virtuali[3] , i social network, riescono a collegare individualità separate geograficamente, ma che si sentono interconnesse da un sentire comune.
Un fenomeno per certi versi “tribalistico postmoderno” (cit. Maffesoli), che si ripresenta anche da un punto di vista affettivo, della relazione uomo/donna, e anche sessuale.
Nel mondo delle relazioni, i media sono il mezzo oltre che il fine stesso per creare affinità elettiva.
Dai media alla carne
“Dai media alla carne”, un passaggio che può sembrare inverso, perché se è l’uomo ad utilizzare il mezzo, il medium, dovrebbe essere lui il soggetto dal quale si dirama l’azione.
E dunque “dalla carne ai media”, dovrebbe essere il percorso corretto. Bene, noi invece pensiamo che sia l’opposto.
Noi pensiamo che oramai la coscienza collettiva umana si sia condensata in una gigantesca infosfera, una realtà virtuale per usare un termine profano, e da questa realtà virtuale si riparta per tornare nel mondo della materia.
Del resto anche in ambito industriale il detto dei Fab Lab, della rete di industria 4.0 è “dal bit all’atomo”, ovvero non è l’atomo, e dunque il sistema organico a produrre il bit, bensì è il bit, il sistema informatico-virtuale a produrre il sistema organico, e dunque l’atomo.
E lo stesso avviene sul piano relazionale…
L’affinità elettiva, la “chimica” come si direbbe, o forse la fisica del magnetismo per essere più precisi, avviene su scala psichico-telematica, quindi è li che si crea l’unione, la relazione, e da quel piano poi si torna a quello “concreto”, materiale, quello della “carne”.
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Affinità elettive
E allora, su cosa potrebbe basarsi un tale passaggio, che dal web, dai social network, passa al mondo concreto, materiale, al mondo della carne.
La chiave di tutto sta nelle affinità elettive, che non per forza, non sempre, o forse mai, hanno bisogno del corpo per manifestarsi.
Attraverso i social network sarebbe possibile mettere a confronto, far relazionare, far incontrare le parti animiche, mentali, o che più genericamente potremmo definire sottili, “invisibili”, di due individui.
Ciò significa che si può andare a fondo, direttamente a fondo nell’incontro della propria metà, che sia un’anima gemella, un amore karmico, un legame sessuale, un’amicizia, e chi più ne ha più ne metta nel mondo delle relazioni uomo/donna.
Riuscire a giungere direttamente a quel quid, che crea la coppia, e che attraverso i social network può arrivare prima, perché come abbiamo più volte detto le menti, le parti psichiche, in questo mondo sono già connesse, con o senza media.
È dunque possibile bruciare le tappe, per così dire, e vedere nell’altro ciò che si è, una parte di sé, una parte che risuona, e che può dare vita a una relazione. Relazione fatta di sentimenti, di pensieri, ma anche di carne, nel senso erotico del termine.
E anche in questo campo, l’attività immaginativa, “fantasiosa”, potrebbe essere notevolmente stimolata dal mezzo virtuale.
In particolare se vi è una lontananza tra i due, il medium può amplificare proprio questo tipo di attività: stimolare l’immaginazione, darle corpo per poi favorirla dal vivo. Un discorso con i suoi pro e i suoi contro, ovviamente, ben sapendo come l’immaginazione può essere anche deleteria, distorcente, e a maggior ragione proprio in coppia.
Ma anche in questo caso, la soluzione non sta nel rigetto del medium, bensì nel suo utilizzo consapevole, intelligente, dove si padroneggia il medium, ma dove si padroneggia soprattutto la propria mente!
“Attraverso i social network possiamo mettere a confronto, far relazionare, far incontrare le parti animiche, mentali, o che più genericamente potremmo definire sottili, “invisibili”, di due individui.”
Siti di incontri: tra relazioni, media e mercato
Una delle novità assolute dell’era postmediale e dell’avvento del web, è quella dei siti di incontri (dating online).
Il discorso sintetizza la nostra propria visione di tale era, ben inquadrata in tutte le sue sfaccettature e nella visione d’insieme secondo la quale i media sono parte integrante della realtà, della sfera umana (in particolare neuro-cognitiva), e sono ponte, “porta d’accesso”, verso una comprensione piena della realtà stessa.
Nei siti di incontri, infatti, si riesce ad andare al sodo, come si direbbe, mettendo in connessione diretta le parti talvolta psichiche, talvolta fisiche, altre volte animiche di una coppia – due “poli” per meglio intenderci, riguardo la logica attrattiva da noi proposta come “denudata” nelle relazioni web.
Il tutto in una logica aziendale, commerciale, di marketing.
Una sorta di prostituzione legalizzata, di “massa” o una “poligamia” normata e realizzata a mezzo internet.
Dunque una riproposizione di un certo approccio alla vita di stampo pagano e reso possibile grazie ai prodigi della tecnologia-mediatica – per chiarire meglio questo concetto leggere quest’articolo[4] .
Siti di incontri: un algoritmo per ogni gusto
E ce n’è per tutti i gusti, o meglio per ogni specifico scopo, o meglio per ogni possibilità di aggancio di due “polarità”.
Interessante come sia possibile mettere insieme con i siti di incontri “parti” specifiche (fisica, psichica, animica) della coppia in esame – per coppia si intende la persona che si iscrive ad uno di questi siti e che più o meno “sceglie” la persona con la quale “incontrarsi”.
Il meccanismo è piuttosto simile: ci si iscrive ad un database, con il proprio account postale, il proprio “profilo”, e poi l'”algoritmo” propone.
Per l’accesso a funzioni più specifiche è necessario abbonarsi, eccetto che per Lovepedia , che è completamente gratis, in tutti i suoi servizi, e che è stato valutato come migliore sito web nel quadriennio che va dal 2012 al 2016.
Venendo ai meccanismi algoritmici che letteralmente “producono” o quantomeno “facilitano” la coppia veniamo a Badoo , inizialmente social network base ma che poi si è “specializzato” in sito di incontri.
La caratteristica di Badoo è quella di “estrarre” la coppia, di proporre il “partner” ideale, attraverso i like messi alle persone interessate. In questo modo l’algoritmo “intercetta” i nostri gusti e attraverso il radar ci propone le “affinità” più indicate e relative alla nostra zona.
Sempre sulla stessa lunghezza d’onda Meetic e Lovoo sono più o meno strutturati sugli stessi parametri ma sono finalizzati ad un tipo di relazione quasi “animica”, per anima gemella – “incontra una persona speciale” (cit. Meetic ).
Lovoo è però un sito specificamente di dating, ovvero appuntamenti e “nuove conoscenze”, in pratica è come se si desse solo lo sprint alla relazione, ponendone le “basi”. Poi tutto sta alla bravura e alla creatività del soggetto.
Sempre sul dating, interessante è Facebook dating, che ha la caratteristica di facilitare relazioni più di carattere psichico, basando i propri parametri di scelta su propensioni culturali, tipo interessi, interesse per determinati gruppi ed eventi.
E sempre per rimanere sul piano squisitamente mentale, consente di fare una lista di tutti i contatti di Facebook o Instagram verso i quali già si nutre interesse (secret crush).
Una lista segreta stimolante dal punto di vista immaginativo, che nel caso di inserimento reciproco allora consentirà di effettuare il “match” e dunque di approfondire la conoscenza.
Inoltre prima dell’appuntamento è richiesto un video di presentazione, come nella vendita di un prodotto o nella presentazione di un contenuto culturale tipo quelli che vediamo nelle bacheche di molti divulgatori. Il sito ha ricevuto un notevole successo nel 2019 negli Stati Uniti, e poi è stato lanciato in Italia e negli altri paesi europei nel 2020.
Invece, Tinder , uno dei siti di incontri più utilizzati, è esclusivamente per incontri di tipo sessuale, quindi relazioni fisiche, “carnali”, e qui addirittura si esprimono preferenze alle proposte “algoritmiche” della app. Se tali preferenze sono positive, allora, si viene messi in contatto.
Infine abbiamo due siti con pubblico selezionato.
Il primo è esclusivamente per ragazze Adottaunragazzo , con le ragazze, appunto, che cercano i ragazzi – tra quelli iscritti – sulla base dei propri gusti. Interessante è che le ragazze possono letteralmente crearsi un modello di ragazzo in base ai propri gusti.
Il secondo è Parship , specificamente dedicato ad un pubblico maturo, che va dai 30 ai 50 e più anni. Questo sito è dedicato a coloro che desiderano però relazioni stabili, mature, complete quindi da un punto di vista fisico, psichico e animico.
E pure la procedura di iscrizione è quella di compilare un questionario con domande specifiche sul ciò che si cerca da una relazione, e su questa base il sistema determina le affinità e propone i suggerimenti di contatto.
A tutto ciò si aggiunge la forse più libera e creativa attività di relazionamento sui social network più conosciuti.
Con Facebook talvolta si ha già tutto a disposizione, e ciò dipende anche dall’attività del soggetto e dalla sua capacità/possibilità/destino di agganciarsi ad un altro/a per una relazione di qualunque tipo essa sia.
Instagram forse, a differenza di Facebook , è più basato sull’immagine, sull’estetica, e quindi su relazioni fisiche, visto che si tratta prevalentemente dell’esposizione di foto e video.
Mentre Facebook è appunto più un incontro completo che mette insieme tutti gli aspetti dell’individuo.
Ma ancora, di social network e community varie ce ne sono a bizzeffe sul web con le quali poter stabilire un contatto e una relazione. Sta alla conoscenza dei media e alla capacità di orientamento del singolo.
E tutto questo non è poco…
Bibliografia
Bauman Z., Modernità liquida, Editori Laterza, Bari, 2011.
Bauman Z., Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi, Editori Laterza, Bari, 2018.
Maffesoli M., L’ombra di Dioniso, Garzanti, 1990.
McLuhan M., Gli strumenti del comunicare. Il Saggiatore, 2008.
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