Roberto Siconolfi – classe ’83, campano, sociologo, saggista, mediologo.
Sebastiano Zanolli manager, speaker, autore. Ha maturato esperienze significative in ambito commerciale e marketing, ricoprendo posizioni di responsabilità crescente in aziende come Adidas e Diesel.
Parallelamente alla sua attività manageriale, ha sviluppato e approfondito i temi legati alle performance professionali e personali, alla collaborazione ottimale in azienda.
Ha pubblicato numerosi libri sul tema della responsabilità individuale, della motivazione, del talento, del raggiungimento degli obiettivi.
La Grande Differenza (Franco Angeli, 2019), il suo più conosciuto, ed è riuscito a rimanere sul mercato per vent’anni anni arrivando alla 35esima ristampa. Il libro Alternative . Aspira al meglio, preparati al peggio e tieni sempre pronto un piano B (ROI Edizioni, 2019) indaga il campo del caso, del caos e della cattiveria e come ciò influisca nel destino degli individui, e ha ottenuto in breve tempo l’attenzione del pubblico e degli esperti più autorevoli in materia.
Il suo ultimo libro si intitola Lavorare è collaborare . Essere insieme e fare insieme nel mondo del lavoro (ROI Edizioni, 2024) e analizza il tema del lavorare insieme in azienda dando suggerimenti e indicando buone pratiche da applicare.
Sebastiano Zanolli è rubricista per numerose testate di management.
A intervistarlo è Roberto Siconolfi , sociologo, saggista e mediologo. Collabora dal 2016 con numerose riviste e giornali cartacei e on line. Scrive saggi e pubblicazioni scientifiche presso il CRIFU, ha insegnato Sociologia e mediologia alla UniTre, è relatore per il canale YouTube Libreria Cavour Esoterica. È, inoltre, relatore per Lab Academy e autore di molti dei nostri blog post.
Roberto Siconolfi: Sebastiano la nostra società si presenta come un caos fluido , liquido, un continuo susseguirsi di eventi, situazioni, realtà che si formano e si disfano. Questo sia sul piano personale che su quello sociale, e su quello sociale, tanto nei corpi intermedi come la famiglia, la scuola, il gruppo dei pari, quanto in quelli macrosistemici, come la società nel suo complesso e lo Stato. Per quanto riguarda il mondo delle aziende, c’è qualcosa in più che puoi dirci, dovuto anche alla tua vasta esperienza manageriale. C’è qualcosa di solido, che può costituirsi e preservarsi a tali scenari?
Sebastiano Zanolli: La nostra società si può davvero definire come un “caos fluido”, un mare in cui si intrecciano cambiamenti continui, incertezze e nuove opportunità. Questa dinamicità è intrinseca non solo nei corpi intermedi come la famiglia, la scuola e i gruppi sociali, ma anche nei sistemi macroscopici come lo Stato e, naturalmente, il mondo aziendale.
Nel contesto delle aziende, questa complessità non è solo una sfida ma anche un’opportunità. L’esperienza manageriale mi ha insegnato che la chiave per affrontare questo caos è la capacità di creare strutture flessibili e collaborative , pur mantenendo un nucleo di solidità. Le aziende devono diventare organismi adattivi: capaci di assorbire cambiamenti senza perdere la loro identità.
Un punto cruciale è costruire una cultura aziendale basata sulla fiducia e sulla collaborazione , come evidenziato in Lavorare è collaborare . Le imprese che prosperano non sono quelle che si irrigidiscono, ma quelle che sanno adattarsi senza tradire i propri valori fondanti. Questo implica valorizzare la diversità, favorire la comunicazione e rendere ogni individuo partecipe degli obiettivi collettivi.
In un mondo liquido, i leader devono saper bilanciare la tensione tra stabilità e cambiamento. Come scrivevo in Risultati solidi in una società liquida. Le doti per produrli e come svilupparle ( Franco Angeli, 2017), occorre stimolare creatività e flessibilità, ma anche offrire un ancoraggio in termini di visione e strategia.
Roberto Siconolfi: E restando sempre su questo caos quotidiano e lavorativo, in Alternative, ci hai presentato la necessità di avere sempre un piano B , sia nel mondo lavorativo, ma nella vita più in generale. Bene, questo piano B, che caratteristiche deve avere, su cosa si deve puntare per un riposizionamento sempre attivo, positivo, negli scenari della propria vita e del proprio lavoro?
Sebastiano Zanolli : In un tale scenario, avere un piano B non è più solo un’opzione, ma una necessità. Tuttavia, questo piano deve avere caratteristiche specifiche per essere efficace:
Flessibilità : deve essere abbastanza malleabile da adattarsi ai cambiamenti improvvisi
Valori chiari : non può essere una semplice alternativa operativa, ma deve riflettere i valori e gli obiettivi fondamentali della persona o dell’azienda
Risorse pronte all’uso : un piano B funziona se è sostenuto da competenze, relazioni e risorse già disponibili. Come nel caso della Pixar che si salvò grazie a una copia casalinga di Toy Story 2, il successo di un piano B risiede nella preparazione e nella capacità di prevedere l’imprevisto.
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Roberto Siconolfi : Venendo più specificamente al mondo aziendale, invece, quali caratteristiche deve avere un imprenditore, un CEO, un manager, insomma un dirigente, un leader aziendale? Da dove deve trarre la sua motivazione? Quanto si ha bisogno di centratura su di sé, accettazione della realtà ‒ in tutti i suoi aspetti ‒, necessità di porsi in ottica evolutiva. Un leader deve essere in grado di ispirare?
Sebastiano Zanolli : Un leader aziendale, sia esso imprenditore, CEO, o manager, deve essere un alchimista di competenze umane . Non basta avere una visione strategica, occorre anche saperla incarnare in azioni concrete, ispirare chi lo circonda e adattarsi ai cambiamenti con grazia e determinazione. La motivazione di un leader deve provenire da una profonda centratura su se stesso, una consapevolezza che gli consenta di accettare la realtà in tutte le sue sfaccettature, senza fuggire dalle difficoltà. Questo tipo di centratura è essenziale per sviluppare una mentalità evolutiva, capace di crescere attraverso l’osservazione critica di sé e del contesto.
Un leader deve saper ispirare . Non si tratta solo di parole motivanti o di grandi discorsi, ma di essere un esempio vivente di coerenza, resilienza e umanità. Le persone seguono chi dimostra integrità, chi vive secondo i valori che predica. La centratura interiore, come sottolineato in Lavorare è collaborare, è il fulcro di una nuova etica del lavoro, dove equilibrio personale e comunità si fondono per creare risultati duraturi.
Roberto Siconolfi : E ci può essere addirittura un modello di vendita, che segua una tale dirittura interiore, e che vada oltre le tecniche subdole, per certi versi banali, sicuramente anti-karmiche ‒ che mettono in moto spirali negative ‒ basate su concorrenza e persuasione?
Sebastiano Zanolli: Nel mondo delle vendite, serve un cambio di paradigma. Le tecniche manipolative e basate sulla persuasione fine a sé stessa non solo sono inefficaci a lungo termine, ma creano spirali negative, distruggendo la fiducia tra chi vende e chi compra. Ho sottolineato molte volte nei miei scritti come la vendita autentica debba basarsi su fiducia, ascolto attivo e reciprocità. Un modello di vendita etico non è solo possibile, ma necessario: si tratta di creare relazioni autentiche, dove il successo si misura nella soddisfazione reciproca e nella costruzione di valore condiviso.
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Roberto Siconolfi: E forse proprio in Lavorare è collaborare , fai emergere nuova etica del lavoro, basata sull’equilibrio tra individuo e comunità. Cosa significa collaborare nella tua ottica, dal punto di vista aziendale, oltre che della crescita personale?
Sebastiano Zanolli: Collaborare, nella mia visione, è più che lavorare insieme: è creare un “noi” che supera la somma degli individui coinvolti. In Lavorare è collaborare descrivo la collaborazione come una fusione armonica tra differenze . Collaborare significa essere disposti a condividere responsabilità, riconoscere i propri limiti e imparare dagli altri. Questo non è solo un principio organizzativo, ma una via per la crescita personale. La vera collaborazione richiede rispetto, empatia e una visione comune, caratteristiche che possono trasformare non solo un team, ma anche un’intera cultura aziendale.
Roberto Siconolfi: E, viceversa, venendo all’altro tuo saggio Guerra o pace. Diversità e conflitto come punto di partenza per un destino comune nella vita e sul lavoro (ROI Edizioni, 2022), è possibile addirittura entrare in dinamiche di conflitto, come in un momento necessario, trasformativo, e addirittura con un atteggiamento collaborativo, con lo scopo insomma di evolvere insieme, e non di rifluire in modo sterile nella propria solitudine?
Sebastiano Zanolli: In Guerra o pace, propongo un approccio diverso al conflitto: non come qualcosa da evitare, ma come un’opportunità di crescita. Il conflitto è naturale quando persone diverse si confrontano, ma il suo valore risiede nella capacità di trasformarlo in un dialogo virtuoso. Un conflitto ben gestito può diventare una palestra di apprendimento, dove le divergenze si traducono in innovazione. La chiave è l’atteggiamento collaborativo, che evita la polarizzazione sterile e mira invece a costruire soluzioni condivise.
Roberto Siconolfi: E quanto di questo discorso dovrebbe essere fatto proprio oggi, dove le dinamiche del “noi contro loro” sono sempre dietro l’angolo, o addirittura la fanno da padrone, disgregando la coesione di una comunità, pensiamo solo allo scontro “giovani vs. anziani”?
Sebastiano Zanolli: Oggi più che mai, il passaggio da una mentalità “noi contro loro” a una “noi insieme” è vitale. Questo richiede consapevolezza, allenamento alla tolleranza e uno sguardo più lungo del breve termine. Solo così possiamo costruire comunità vere, capaci di affrontare le sfide collettive senza cadere nella trappola della divisione e del risentimento. È un lavoro difficile, ma necessario, per mantenere viva la coesione sociale e la possibilità di evolvere insieme.
Roberto Siconolfi: E, ancora, quanto l’incapacità a saper confliggere o a collaborare, si riversa, e allo stesso tempo si amplifica nelle dinamiche del web, oggi che la vita è On Life. Quanto quelle dinamiche di tribalismo digitale, che tu insieme a Cristiano Carriero analizzi in Post social media era (Hoepli, 2022), costruiscono più che vere community, delle gabbie, eco chamber (stanze dell’eco), involucri di conferma, nei quali non si fanno passi avanti che possano allargare il proprio essere e il proprio pensare? E come divenire consapevoli di ciò, per riuscire ad andare oltre?
Sebastiano Zanolli: La sfida del nostro tempo è che viviamo una vita “on-life”, dove il confine tra online e offline si dissolve. Nel web, le eco chamber e il tribalismo digitale sono pericoli concreti: creano involuzioni invece di evoluzioni, spingendoci a cercare solo conferme e a rifiutare punti di vista diversi. In Post social media era , insieme a Cristiano Carriero, sottolineiamo come la consapevolezza sia il primo passo per uscire da queste gabbie. Bisogna educarsi a cercare il confronto , non la conferma, coltivare il dubbio come motore di crescita e imparare a navigare nella complessità.
Roberto Siconolfi, classe ’83, campano, sociologo, saggista, mediologo. Uno dei suoi campi principali di ricerca è il mondo dei media, in tutti i suoi aspetti, da quello tecnico a quello storico e antropologico, fino a giungere al piano “sottile”, “magico”, “esoterico”.