Daniel Casarin – Imprenditore ed analista indipendente, si dedica al mondo della comunicazione, del marketing, del business design e della trasformazione digitale.
4eCom è la prima associazione che unisce le soluzioni italiane con l’obiettivo di promuovere l’innovazione digitale dando visibilità agli imprenditori italiani che
lavorano per fornire le soluzioni più innovative per gli eCommerce.
Partendo da questo punto, non potevamo che raccontarvi la loro storia, una realtà no-profit che lavora sul territorio nazione per favorire l’innovazione e la digitalizzazione del Paese. Ne abbiamo parlato con Marianna Chillau, presidente e co-fondatrice di 4eCom. L’obiettivo dell’associazione, è quello di diventare un punto di riferimento per chi opera in questo settore, e al contempo un laboratorio in cui scambiare idee, best practice e know how da mettere in pratica nel proprio business. Ringraziamo così Marianna e 4eCom per il loro contributo. Buona lettura.
In uno scenario a tratti caotico, che mostra scorci di un futuro eminentemente digitale, una certezza c’è: l’ eCommerce marketing sarà una delle principali tendenze del prossimo anno.
Un’associazione, diversi eventi, un premio. Raccontaci meglio cos’è 4eCom, come, quando nasce e a chi si sta rivolgendo…
4eCom è dal 2020 un’associazione no-profit, di cui sono Presidente e co-fondatrice. La prima associazione che unisce le soluzioni italiane per eCommerce, con l’obiettivo di promuovere l’innovazione digitale dando visibilità agli imprenditori italiani che lavorano per fornire le soluzioni più innovative per gli eCommerce.
L’idea nasce da 4 amici e imprenditori che lavorano in questo settore e conoscono le opportunità, ma anche le difficoltà di fare innovazione e favorire la digitalizzazione del Paese. Nasce nel 2017 come un evento a Milano e una community, e in qualche modo mi piace pensare che rimanga sempre innanzitutto una community, dove scambiare idee, condividere prospettive e formulare proposte concrete che possano trasformarsi in realtà. Insieme agli Associati, organizziamo diversi eventi, sia fisici che digitali, che viviamo come momenti di confronto, formazione, partecipazione a tavoli di lavoro, ma anche di sano networking (e, perché no, di divertimento).
Agli eventi sono presenti le soluzioni, ma specie negli ultimi non mancano anche le voci degli eCommerce Manager, che contribuiscono a rendere più vivo e sfaccettato il dibattito. Da un anno, abbiamo anche introdotto il Premio 4eCom, con cui puntiamo a valorizzare il lavoro degli eCommerce Manager premiando le eccellenze dell’eCommerce italiano, i grandi come i piccoli.
… e quali sono stati i risultati più significativi finora raggiunti?
A 4 anni dalla sua nascita e 1 anno dalla sua costituzione come associazione, 4eCom ha già raccolto l’adesione di 76 soluzioni per eCommerce e organizzato 10 eventi fisici a cui hanno partecipato più di 600 eCommerce Manager, con oltre 400 incontri one-to-one e oltre 50 speaker presenti. Ma puntiamo a crescere ancora di più rafforzando il nostro ruolo come punto di riferimento per il mondo delle soluzioni per eCommerce, ampliando sempre più il numero degli Associati (in continua crescita) e degli eventi.
Gli Associati stanno dimostrando di aver fiducia nel lavoro dell’associazione, e a dimostrarlo è un tasso di rinnovo ad oggi del 100% (dato aggiornato a dicembre 2021): tutti i soci che sono entrati nel 2020 hanno rinnovato l’adesione, nessuno escluso. Segno che la strada imboccata è quella giusta.
4eCom si propone di promuovere lo sviluppo “Made in Italy” di soluzioni innovative nel settore della vendita online. Una mission molto ambiziosa ma i tempi a mio parere sono più che maturi in Italia. Come stanno rispondendo gli addetti ai lavori, quali sono le peculiarità che emergono maggiormente da questo nuovo comparto italiano?
Si tratta di un comparto molto giovane, perché è giovane è il mondo dell’eCommerce e, di conseguenza, anche dei servizi digitali rivolti a questi ultimi. E lo è ancor di più in Italia, dove, come sappiamo, la digitalizzazione fa più fatica che altrove ad affermarsi e a trovare terreno fertile per la sua espansione.
Tuttavia, la trasformazione digitale è ormai un fatto anche da noi e sono molti i business che si stanno aprendo al mondo delle vendite online; di conseguenza, sono in crescita anche i business che puntano a fornire a queste aziende gli strumenti giusti per crescere con il digitale. Per questo, direi che è un comparto, oltre che giovane, in forte fermento.
Ma chiaramente, come spesso accade quando si è in un mercato agli stadi iniziali e in continua evoluzione, possono esserci incertezze e momenti di disorientamento. Ed è proprio questo il motivo per cui con 4eCom puntiamo a creare un punto di riferimento per chi opera in questo settore, e al contempo un laboratorio in cui scambiare idee, best practice e know how da mettere in pratica nel proprio business.
Partendo dal presupposto che la categoria non è in nessun modo valorizzata se non nell’azione del singolo, in che modo intendete procedere nel vostro compito e quali obiettivi si è prefissa l’associazione?
4eCom si prefigge ad un livello di sostenere l’uso di piattaforme e strumenti digitali “Made in Italy” a supporto delle aziende che vendono online. E lo fa dando visibilità agli imprenditori digitali, offrendo servizi di consulenza a startup e aziende che operano nel digitale, e favorendo lo scambio di idee ed esperienze tra gli Associati anche grazie ai workshop, alle conferenze e alle tavole rotonde che caratterizzano i nostri eventi.
Oltre ad elaborare studi di settore e ricerche, con cui fornire strumenti utili alle aziende del settore. Ad un livello più profondo, tuttavia, lo scopo dell’associazione è promuovere una vera e propria cultura digitale nel Paese, che è poi ciò che consente lo sviluppo di un mercato avanzato e aperto alle innovazioni (il vero punto dolente del nostro Paese se confrontato con altri mercati europei ed extraeuropei con una cultura digitale più marcata).
Questo puntiamo a farlo acquisendo anche un ruolo attivo dal punto di vista legislativo e avanzando proposte di legge che possano gettare le basi per un terreno istituzionale e normativo più favorevole all’imprenditoria digitale e alla digitalizzazione delle aziende.
Avete instaurato rapporti con associazioni simili nel resto del settore o nel resto del mondo?
Collaboriamo con due associazioni italiane. La prima è Italian Tech Alliance (di cui sono recentemente diventata membro del Cda), associazione che riunisce Venture Capital, investitori in innovazione, startup e PMI innovative, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo dell’ecosistema tecnologico e innovativo in Italia.
La seconda è Digital MasterMinds, community di professionisti ed esperti del digitale che si pone come think tank al fine di condurre la trasformazione digitale delle aziende. Insieme a queste due associazioni abbiamo un tavolo di lavoro, con lo scopo di evidenziare i pain point del settore eCommerce in Italia ed elaborare delle possibili soluzioni da proporre agli organi competenti. Al centro del nostro tavolo di lavoro ci sono tematiche come sostenibilità, formazione, fisco, armonizzazione delle normative italiane con gli standard europei ecc.
Si tratta, com’è facile vedere, di tematiche e problematiche niente affatto semplici, per le quali non è possibile né auspicabile elaborare soluzioni da soli. Per questo, riteniamo essenziali e per certi aspetti imprescindibili collaborazioni con associazioni che condividono una stessa mission e lavorano in direzione di un obiettivo comune, che è in ultimo la promozione della digitalizzazione del Paese.
Ormai gli iscritti come addetti ai lavori a 4eCom iniziano ad essere decine e decine ricoprendo categorie molto diverse fra loro: dalle classiche agenzie specializzate nel comparto, ai professionisti di logistica o legale e così via. Qual è secondo voi il grado di maturità in Italia di questo settore? E quali intravedete le direzioni in termini di evoluzione professionale?
Come dicevo prima, il settore delle soluzioni per eCommerce è senza dubbio un settore giovane, e quindi per certi aspetti lontano dai livelli di maturità raggiunti da altri mercati come quello inglese e francese, o anche solo spagnolo (per rimanere in Europa ed escludendo mercati ancora più avanzati come quello americano o cinese, che spesso dettano i trend del settore). Ma è un settore comunque in espansione anche da noi, e man mano che si espande tende anche a diversificarsi e ramificarsi.
E questa diversificazione è appunto riflessa dalla nostra associazione, che mira a riprodurre le evoluzioni più recenti del settore. Fare eCommerce non vuol dire “solo” fare Digital Marketing: è un mondo ampio e complesso, che va dalla logistica all’Intelligenza Artificiale e al Machine Learning, dal commercio conversazionale all’omnicanalità, dal Drive-to-Store al live streaming. Questa complessità porta con sé la domanda di servizi sempre più specialistici e verticali.
Per cui, cercando di prevedere le evoluzioni future nel campo delle soluzioni per eCommerce, immaginiamo sicuramente una verticalizzazione sempre maggiore delle professionalità legate a questo settore. Allo stesso tempo, considerando le trasformazioni sempre più rapide che contraddistinguono il settore digitale, sarà necessario che imprenditori e professionisti in area digital siano costantemente aperti all’aggiornamento e altamente flessibili per rimanere al passo con i tempi. Verticalizzazione e flessibilità: queste sono le caratteristiche che dal nostro osservatorio paiono destinate a crescere nel mercato del lavoro del digitale.
Customer lifecycle e sales funnel, come tracciare i clienti?
È stato sotto gli occhi di tutti, in Italia il 2020 è stato l’anno dell’esplosione dell’eCommerce. Com’è stato il progredire di questo livello di iper-digitalizzazione dal vostro punto di vista di addetti ai lavori?
Il 2020 è stato sicuramente un anno decisivo per la digitalizzazione del Paese. Molte imprese che avevano fino ad allora rifiutato di aprirsi al digitale e alle vendite online si sono trovate nella condizione di doversi necessariamente digitalizzare – e anche in fretta – per mantenersi in vita in un periodo di chiusura dei negozi fisici.
Questo ha portato con sé un’indubbia accelerazione dei processi legati alla trasformazione digitale all’eCommerce, e quindi anche nuove opportunità per il settore. Allo stesso tempo, alle opportunità si accompagnano anche nuove sfide, dallo sviluppo di canali innovativi di promozione e comunicazione a quello del settore dei pagamenti digitali, dalla gestione dei Big Data all’uso di tecnologie di analisi predittiva per comprendere e rispondere prontamente ai mutamenti del mercato e dei trend d’acquisto.
Quello che osserviamo è uno scenario in continua evoluzione che è al contempo stimolante e sfidante per gli eCommerce. E in uno scenario del genere è naturale che si senta, da parte degli eCommerce, una forte domanda di soluzioni digitali e di un vero e proprio supporto per potersi approcciare con successo al mondo digitale.
“Verticalizzazione e flessibilità: queste sono le caratteristiche che dal nostro osservatorio paiono destinate a crescere nel mercato del lavoro del digitale.”
Cosa significa invece a tuo parere fare eCommerce, oggi nel 2022?
Fare eCommerce nel 2022 significa operare in uno scenario profondamente trasformato dai cambiamenti del 2020. Significa essere nella necessità di innovare costantemente, perché se c’è una cosa che l’ultimo anno e mezzo ha dimostrato è come soltanto i business abbastanza “coraggiosi” da abbracciare l’innovazione e il cambiamento siano in grado di sopravvivere in situazioni disruptive come una pandemia.
L’innovazione come necessità, e non come “semplice” opportunità: questo credo riassuma al meglio lo scenario che chi fa eCommerce oggi si trova davanti. Ciò vuol dire che non basta avere un sito di vendite online o essere presenti su un marketplace per fare eCommerce. Occorre sperimentare con i nuovi canali che si stanno facendo strada, dal live streaming agli strumenti di commercio conversazionale, e affrontare le sfide dell’omnicanalità, che è oggi un aspetto centrale nelle aspettative dei consumatori (considerando che, contrariamente a quanto a volte si sente dire, l’eCommerce non sostituirà lo shopping in negozio, ma si affiancherà a quest’ultimo in un Customer Journey che è e sarà sempre più multichannel prevedendo l’integrazione tra touchpoint online e offline).
Parlando di aspettative dei consumatori, non si può ignorare come queste, proprio in virtù dell’accelerazione dell’eCommerce dello scorso anno, siano notevolmente cresciute: siamo di fronte a una generazione di consumatori più esigenti e consapevoli (anche a livello di qualità e sostenibilità dei prodotti acquistati). Ed è un aspetto, questo, che spinge gli eCommerce a mettere più che mai al centro il cliente e le sue esigenze. L’innovazione non è solo un fatto tecnologico, ma riguarda anche e soprattutto la capacità di creare relazioni di valore con i clienti attraverso gli strumenti che la tecnologia consente.
Nonostante questa accelerazione il divario con la media europea in fatto di eCommerce continua ad esserci. Come si può colmare a tuo parere questo gap?
È vero che il divario con i mercati europei è ancora molto marcato. Sicuramente, un fattore determinante per il superamento di questo gap riguarda gli investimenti nell’innovazione tecnologica, che è necessario siano sempre maggiori. Così come è necessario che ci sia un sistema istituzionale e normativo che supporti chi punta a fare impresa nel campo dell’innovazione digitale, come avviene in altri mercati da questo punto di vista più maturi (ed è per questo che con 4eCom e con le associazioni partner lavoriamo anche in quest’ottica).
Allo stesso tempo, tuttavia, c’è un tema di cultura digitale che bisogna sollevare: c’è un profondo scarto tra la cultura digitale del nostro Paese e quello di diversi altri Paesi europei. E quando parlo di “cultura digitale” faccio riferimento a qualcosa che tocca diversi livelli della società: da quello politico-istituzionale a quello imprenditoriale, passando per i cittadini stessi (spesso da noi poco avvezzi al digitale, dai pagamenti agli acquisti online).
Guardando a chi fa impresa, direi che è imprescindibile una decisa apertura all’innovazione e anche al rischio, e in questo ci sono molti passi avanti da fare. Ma, come dicevamo poco fa, i tempi sono ormai maturi per un cambio di rotta e un’accelerazione della trasformazione digitale nel nostro Paese.
Il nostro pubblico è composto per la maggiore di aziende, tra queste ci sarà sicuramente chi tra loro si sta approcciando al mondo dell’eCommerce. Quale consiglio potresti dare?
Ricollegandomi al punto precedente, il primo consiglio che sento di dare a chi vuole digitalizzare la propria impresa o il proprio negozio è di non temere l’innovazione. A volte il nuovo può far paura e la tentazione è quella di aggrapparsi ai modi tradizionali di fare business perché funzionano; ma la verità è che, nel lungo termine, le realtà che non innovano sono travolte per prime dai cambiamenti (e la pandemia lo ha dimostrato chiaramente).
E poi, un altro consiglio che darei è di studiare bene il mercato e la strategia con cui posizionare il proprio business. Spesso si può essere tentati di pensare che fare eCommerce e operare nel digitale sia sempre e comunque foriero di facili successi.
È vero che il digitale offre oggi numerose opportunità di successo per un business, ma per raggiungere questo successo (specie in un contesto altamente competitivo come quello odierno) è essenziale sapere quali sono le sfide, le criticità e le opportunità, le best practice e le worst practice, i professionisti a cui rivolgersi ecc.
Solo studiando e lavorando in maniera strategica è possibile mettere su un business che porti i suoi frutti. Innovazione e strategia: questi, in definitiva, sono i due elementi che non possono mancare in un’azienda che miri a essere competitiva nel mercato eCommerce oggi.