Roberto Siconolfi – classe ’83, campano, sociologo, saggista, mediologo.
Sia da un punto di vista tecnico che filosofico, è possibile concepire l’intelligenza artificiale in diversi modi. Con l’essere umano al centro, è uno di questi.
Infatti, se alcuni filosofi della comunicazione definiscono il processo artificiale intelligente come un assemblaggio socio-tecnico, è possibile tanto che non vi sia un centro – esempio in talune filosofie postumaniste o banalmente grazie ad un uso scriteriato della macchina e da essa dipendente.
Così come è possibile che questo centro vi sia, e sia l’essere umano, con le sue necessità, pratiche, e la sua etica.
O addirittura è possibile che questo centro sia potenziato, come con il transumanesimo, visto da alcuni (postumanisti in primis) come un super-antropocentrismo, o un sovrumanismo.
In quest’articolo parleremo di:
Human centred: purpose, mission, philosophy
Lo scopo dell’intelligenza artificiale human-centred, è di andare oltre al dato meramente tecnico, di potenziamento tecnologico della vita umana, e di centrare questo potenziamento, questo progresso proprio sulle caratteristiche umane.
Equilibrare lo sviluppo tecnologico sull’etica, oltre a discriminazioni e problematiche sociali, di trasparenza, privacy e sicurezza, e per l’inclusività delle varie prospettive culturali e la collaborazione uomo-macchina.
I principali sostenitori dell’IA centrata sull’umano vengono dal mondo accademico e dalle istituzioni (a partire dall’università di Stanford, dove è stato fondato l’Human-centred AI Institute).
Ma anche da alcune Big-Tech come Google, Microsoft e IBM, oltre che da alcune organizzazioni internazionali come UE e UNESCO, che hanno emanato alcune direttive come l’Artificial Intelligence Act, oltre che da personalità di spicco, come Elon Musk.
La questione fondamentale da un punto di vista etico e filosofico sono quelle relative alla delega ad un meccanismo artificiale e a sistemi automatizzati, e di converso l’importanza dell’autonomia umana.
Ma ancora, da un punto di vista tecnico ci si pone la domanda degli algoritmi spiegabili, senza bias nei dati e nei modelli, e dei rischi per la disoccupazione e le disuguaglianze.
Infine, delle leggi per trasparenza, privacy e per evitare i danni di un uso militare o malevolo.
Human centred e altri modelli
Ma altri modelli di IA diversi da quello Human-centred possono perseguire semplicemente le leggi del profitto, in totale squilibrio con principi etici, economici, sociali e ambientali. E ignorando totalmente questioni legate alla privacy e alla trasparenza, mirando alla sola efficienza, automazione e autonomia della macchina a discapito del resto e dell’uomo.
Da un punto di vista di massa, l’uso decentrato di tali dispositivi può portare alla dipendenza psico-tecnologica e a fenomeni connessi (sempre più allarmanti tra i giovani), alla perdita di autonomia decisionale da parte della mente umana, oltre che alla perdita di creatività (come vediamo in determinate produzioni artistiche a base di AGI).
Tuttavia esistono, anche da un punto di vista filosofico, altri modelli per concepire l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie più in generale.
Modelli non-antropocentrati, che di conseguenza potremmo inserire nelle categorie delle IA non umanamente centrate.
Il modello principe in esame, è quello postumanista, che proviene dalla cultura cyber, o meglio da una sua branca, vicina anche alle ideologie femministe.
Il modello postumanista è per certi versi l’opposto di quello transumanista, o sovrumanista, che prevede, salvo alcune eccezioni, invece una super-centratura sull’uomo, e un suo potenziamento nel totale dominio antropocentrico.
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Post human centred e la uguaglianza uomo/macchina
Il postumanesimo è quella teoria filosofica che mira a superare l’umanesimo, a superare l’antropocentrismo, ovvero la centralità dell’uomo nel mondo, nella natura, nella realtà.
Il postumanesimo, in questo superamento, prevede che sia la tecnica, o meglio la tecnosfera, il campo di integrazione tra uomo e teriosfera (animali e natura). E in questo ricongiungimento con l’alterità, la macchina gioca un ruolo di primo piano, fino ad assumere uno status autonomo, ma parimente uguale a quello dell’uomo.
Anche i valori di fondo cambiano, si bada soprattutto al benessere e all’evoluzione di tutto l’ecosistema, compreso delle macchine, che assume dei diritti specifici.
Il postumanesimo si incrocia con il transumanesimo nelle sue possibilità di ibridazione uomo/macchina, come nel caso della Singolarità, che addirittura bypassano l’essere umano per come lo conosciamo.
Inoltre, pone interessanti quesiti su cosa sia l’essere umano e cosa sia la sua coscienza, e se addirittura esista.
Trans e super human: potenziamento dell’uomo attraverso la macchina
Ma oltre al modello human-centred, potremmo considerare anche il transumanesimo, che invece mira a superare l’umano, ma non tanto in via orizzontale, verso l’alterità, ma in altezza per così dire.
A parte tentativi di coniugazione con il postumanesimo ‒ come con il filosofo Stefan Sorgner ‒, il transumanesimo mira a potenziare l’umano ma pur rimanendo nel paradigma antropocentrico.
In un quadro di libertà morfologica, con l’ausilio delle tecnoscienze, il transumanesimo promuove una modifica dell’umano, a proprio piacimento, per il superamento di tutte le barriere naturali (corpo, mente, DNA, morte, ecc.).
Dal futurismo al nietzscheanesimo, quindi, il transumanesimo, andrebbe considerato come una forma di superomismo, e coniugato nelle diverse declinazioni culturali e politiche, sia in senso libertario che statocentrico.
Elon Musk e le battaglie human centred
Uno dei personaggi più controversi sul fronte IA è sicuramente Elon Musk.
Egli è co-fondatore di OpenAI, ma via via spodestato dall’azienda fa causa alla stessa, e la accusa di portarla tra le braccia di Microsoft, e di aver perso il focus etico originario finalizzato a produrre un’intelligenza artificiale human-centred.
Musk è anche firmatario, con il Future of Life Institute, di una lettera di moratoria per l’IA, per mettere in guardia da progressi troppo accelerati della stessa, progressi ai quali l’umanità non saprebbe rispondere.
Elon Musk, infatti, segue la teoria lungotermista, che vede nel progresso dell’IA, la causa di una possibile catastrofe umana, e anche per questo promuove una possibilità di colonizzazione di Marte e il potenziamento umano attraverso Brain Computer Interface (BCI), per riuscire ad affrontare una tale minaccia e in favore del destino dell’umanità.
Intelligenza Artificiale human centred, e le possibilità venture
In ultima analisi, in questo excursus sui modelli di Intelligenza Artificiale, abbiamo visto quanto non sia affatto scontata la posizione e addirittura la presenza dell’umano in relazione ad essa.
Più possibilità, ma che manifestano sicuramente una preoccupazione e un auspicio, che l’IA possa essere messa a frutto per scopi positivi, e non per alterare gli equilibri sia umani che ecosistemici, oltre che le virtù etiche dell’attività umana sulla terra.
Insomma, il discorso è davvero complesso, e credo che estremamente naturale sia sviluppare delle riflessioni altrettanto complesse sul destino dell’umano, e della macchina, e senza pregiudiziali di alcun tipo.
Roberto Siconolfi, classe ’83, campano, sociologo, saggista, mediologo. Uno dei suoi campi principali di ricerca è il mondo dei media, in tutti i suoi aspetti, da quello tecnico a quello storico e antropologico, fino a giungere al piano “sottile”, “magico”, “esoterico”.